Toti, la Regione pronta a chiedere l’intervento della Corte Costituzionale

Il governatore resta ai domiciliari e il dubbio sul futuro della Regione è sempre più fitto

Redazione
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I giudici del Riesame del tribunale di Genova hanno respinto l’istanza di revoca degli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il governatore potrebbe reiterare il reato “in quanto ha dimostrato di non aver compreso appieno la natura delle accuse“, hanno scritto nelle motivazioni. Il presidente sospeso, accusato di corruzione, falso e voto di scambio, è agli arresti domiciliari dal 7 maggio e si trova nella sua abitazione di Ameglia.

L’unica certezza è che non si ricandiderà alle regionali, che potrebbero tenersi in anticipo, a ottobre: per questo il toto-nomi per il dopo Toti è già iniziato. Dalla Lega c’è la voglia di candidare Edoardo Rixi, che già nel 2015 si ritirò dalla corsa. I riflettori sono puntati anche sulle mosse di Fdi, che non si esprime sul nome di Rixi: “Fratelli d’Italia in ogni Regione vuole mettere chi può governare bene, non pensiamo alle bandierine. Altrimenti dovremmo metterne noi ovunque, visto lo squilibrio esistente“.

Forza Italia non teme il voto anticipato e propone un ‘civico’ per la Presidenza della Liguria, purché “sia condiviso da tutto il centrodestra“. Il coordinatore regionale azzurro, Carlo Bagnasco, già sindaco di Rapallo, spiega all’Adnkronos: “Noi non abbiamo nessuna paura di elezioni anticipate, perché siamo ben organizzati sul territorio e pronti a qualsiasi evenienza. Stiamo lavorando d’intesa con il segretario nazionale Tajani per un radicamento sempre maggiore del partito“.

Toti: l’intervento della Corte Costituzionale

La Regione Liguria sta valutando di rivolgersi alla Corte Costituzionale per un conflitto di attribuzione così da mettere la parola fine all’ennesimo clamoroso contrasto ‘politica-magistratura’”. Luigi Bisignani lo aveva scritto in un articolo per Il Tempo e oggi il Corriere della Sera rilancia la notizia, evidenziando che “la Giunta regionale della Liguria vuole chiedere l’intervento della Corte costituzionale perché dal 7 maggio è stata privata del suo rappresentante con gli arresti domiciliari di Giovanni Toti che, di fatto, è stato ‘interdetto’ dalla sua carica di Governatore nonostante la legge non lo consenta durante le indagini preliminari”. 

Le parole di Toti

È chiaro che oggi per me la poltrona di Presidente è maggiormente un peso che un onore. Forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto…Non mi spaventa rinunciare ad un ruolo a cui pure sono legato...”. Lo scrive Giovanni Toti in una lettera al suo avvocato Stefano Savi.

Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori…. ma la Presidenza non è un bene personale… Nei prossimi giorni, con il permesso dei magistrati, tornerò ad incontrarmi con gli amici del movimento politico, gli alleati… E le scelte che faremo saranno per il bene della Liguria“. Toti ieri ha chiesto di incontrare il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i due assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola. 

Toti: l’incontro con i politici

Gli incontri richiesti dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – agli arresti domiciliari dal 7 maggio – sono stati accettati dalla Procura. Toti aveva indicato tre “macro categorie” di politici con cui intende confrontarsi: componenti della sua giunta, segretari dei partiti di maggioranza in consiglio regionale e vertici del movimento nazionale Noi Moderati, di cui è ancora parte

Tra i nomi figurano Alessandro Piana, presidente ad interim della Regione; Giacomo Giampedrone, assessore all’Ambiente; Marco Scajola, assessore all’Urbanistica; Edoardo Rixi, viceministro e coordinatore regionale della Lega; Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia; Matteo Rosso, deputato e coordinatore ligure di Fdi; e Maurizio Lupi e Pino Bicchielli, rispettivamente leader e deputato di Noi Moderati. La decisione finale del giudice è attesa nei prossimi giorni.

Regione Liguria dopo il caso Toti

Nel frattempo, la situazione politica e amministrativa in Regione Liguria si fa sempre più complessa. Mentre la maggioranza politica resta fedele a Toti, esprimendo compatto sostegno al presidente, non sono mancati alcuni segnali di distacco all’interno dell’amministrazione regionale. Alcuni dirigenti, considerati vicini al presidente fino all’inizio delle indagini, hanno preso le distanze, compiendo anche gesti simbolici come la rimozione del nome di Toti dalla targhetta del suo ufficio.

Il clima si è ulteriormente inasprito con l’ordine del segretario generale Pietro Paolo Giampellegrini, che ha disposto restrizioni all’accesso agli uffici del presidente e della sua segreteria, mettendo in ferie forzate lo staff di Toti e sospendendo le loro credenziali di accesso. L’assessore regionale Giacomo Giampedrone, unico autorizzato a incontrare Toti, ha dichiarato che la Regione continua a operare seguendo la linea dettata dal presidente, sottolineando che le ipotesi di dimissioni non sono mai state prese in considerazione. 

Stiamo lavorando come e più di prima“, ha affermato Giampedrone, “ma il tema è quanto Toti possa restare ai domiciliari in queste condizioni“. La decisione del gip di non revocare gli arresti domiciliari, temendo la reiterazione del reato o l’inquinamento delle prove, mette il presidente di fronte a un bivio: dimettersi o restare in libertà limitata.

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