Nonostante il mondo del lavoro troppo spesso è un salto nel buio, farraginoso e difficilmente accessibile, possiamo fare più chiarezza rispetto al piano pensionistico. Il portale “Pensami” dell’INPS, dedicato alle pensioni, è stato aggiornato con le nuove direttive della legge di Bilancio. Riempiendo gli spazi indicati con i propri dati, sarà possibile sapere quando si raggiungerà l’età pensionistica e la quantità di anni di contributi che sono necessari per accedervi. Verranno presi in considerazione il lavoro logorante, gli anni del servizio militare, il riscatto del titolo di studio universitario e il periodo della maternità che vanno ad influire sull’elaborazione finale.
Inps, le previsioni per un ragazzo di 30 anni
Ammesso che un giovane di 30 anni riesca a trovare lavoro, la domanda che inevitabilmente si pone è, a che età potrò andare in pensione? La risposta ce la dà proprio il il sito dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. Secondo quanto riportato dal sito, chi inizia un’attività lavorativa attorno all’età di 30 anni, ha accesso alla pensione a circa 66 anni e 8 mesi, a patto che si siano versati 20 anni di contributi, arrivando ad una cifra che deve superare l’importo totale dell’assegno mensile sociale nel 2024 arrivando a 1603,23 di euro. Grazie all’elaborazione dei dati del sistema INPS, i nati nel 94, con 20 anni di contributi maturati con lavori iniziati ipoteticamente verso l’inizio del 2022, potranno accedere alla pensione all’età di 69 anni e 10 mesi.
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Come funziona Pensami?
Il risultato finale elaborato tramite la piattaforma INPS si ottiene inserendo, i dati anagrafici, le specificità sul lavoro svolto i fondi pensione a cui abbiamo aderito. Dall’aggiornamento del sito, che tiene conto dell’aumento delle aspettative di vita della popolazione, l’età per andare in pensione restano invariati a 67 anni fino al 2028. Età che cambia dal 2029 dovendo aspettare 67 anni e un mese.
Per quanto riguarda il 2024 l’aggiornamento apporta come modifica la soglia massima della pensione anticipata flessibile raggiunta tramite i requisiti ottenuti entro il 31 dicembre 2023. Nonostante le restrizioni sull’accesso alla pensione grazie a Quota 100 nel 2019, la situazione in Italia sembrerebbe migliore rispetto al resto d’Europa. I paesi dell’Unione Europea, secondo quanto riportato da Eurostat, hanno incrementato le spese per le pensioni del 12,9% arrivando a 1.882 miliardi di euro nel 2022, 2,8% in più rispetto al 2021.
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