E’ tempo di fare un resoconto su queste ultime elezioni europee. Sabato 8 e domenica 9 giugno si sono recati alle urne per votare chi salirà al Parlamento europeo solo il 49,69%. Un trend negativo dell’affluenza mai raggiunto prima – visto che alle ultime europee era stata registrata del 56% degli aventi diritto.
Europee: quali sono i dati sull’affluenza
Il numero dei non votanti supera quello di chi si è recato alle urne. Secondo il dato definitivo pubblicato dal Viminale, l’affluenza più alta dei votanti si registra al Nord-Ovest, al 55,09%, quasi 20 punti in più che nelle isole, dove è andato a votare il 37,77%, al Nord-Est il 53,96, al Centro il 52,53% e al Sud 43,72%. Alta l’affluenza tra gli studenti fuori sede: ha votato oltre l’80% di coloro che si era registrato.
Tra le varie circoscrizioni, il trend del Sud Italia preoccupa maggiormente. Alle 23 di ieri sera la cifra della partecipazione alle urne si era fermata ad una media del 43,7%, di gran lungo la più bassa della media nazionale che si attesa al 50%. Sulle sei regioni rientranti nel segmento elettorale, in Abruzzo è stata del 47,13%, in Basilicata del 42,8%, in Molise del 47,9% come in Puglia 43,6 % si è votato anche per le Comunali di Bari, in Calabria del 40,3% ed in Campania del 44%.
Europee: l Italia e astensionismo
L’Italia è uno dei Paesi dei 27 – insieme al Portogallo – con il più alto tasso di astensionismo tra i cittadini aventi diritto. Il trend negativo si era già visto dalle ultime elezioni europee del 2019: per rimanendo uno degli Stati con la maggiore mobilitazione di elettori, dall’istaurarsi della seconda Repubblica, l’Italia è testimone di un andamento alle urne decrescente. Secondo quanto riporta La Stampa, per alcuni politologi non condannano la scelta dell’astensionismo ma rappresenta una vera e propria sfiducia ed estraneità agli attori della scena politica odierna.
