Pippo Corigliano, un uomo che sapeva voler bene

Pippo Corigliano, portavoce dell'Opus Dei per quarant'anni, è venuto a mancare nella sua casa circondato dall’affetto delle persone dell’Opera, nella serata di sabato 8 Giugno

Margherita Valigi
4 Min di lettura

E’ venuto a mancare nella giornata di sabato 8 Giugno, Giuseppe Corigliano. Noto a tutti come Pippo, è stato un giornalista, scrittore, ingegnere, fedele dell’Opus Dei ma soprattutto amico di San Josemaría Escrivà, fondatore dell’Opus Dei. Nei suoi incarichi ha diretto l’Ufficio Comunicazione dell’Opus Dei per l’Italia per quarant’anni.

Il ricordo di Pippo Corigliano

Quando si pensa ad una persona stimata e con la quale si ha un particolare legame affettivo, il primo ricordo che affiora è la sintesi di ciò che si prova standoci solitamente insieme. I pensieri, di lì a poco iniziano a vagare, si prova a ricordare la sua voce, le sue movenze, e, immancabilmente, la sua risata. Pippo Corigliano aveva un riso che avrebbe fatto illuminare anche il volto della più burbera delle persone. La risata di un uomo che viveva puramente di gioia, bellezza, ottimismo e Amore. E se la risata è cosa contagiosa, Pippo con un solo amabile sorriso avrebbe fatto percepire a chiunque un affetuoso brio.

Un ingegnere e un appassionato di tennis con la verve di un vero napoletano, che desiderava sposarsi con “una bionda, viaggiando su una cabrio“. Poi, come lo definiva lui, “un tocco di Dio sulla spalla“: ha incontrato l’Opus Dei. Un incontro che gli ha permesso di vivere Gesù divenendo fedele dell’Opera. Ha dedicato la sua vita a seguire i giovani nella loro formazione umana e spirituale anche tramite i mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei.

Pippo Corigliano
Pippo Corigliano

Pippo era di alta statura, elegante nei modi e garbato nel porsi. Un uomo dall’educazione d’altri tempi e dalla disinvolta ed estremamente gradevole sicurezza di sé in qualsiasi rapporto umano. Pensandolo, ritorna in mente anche il suo sguardo buono e gentile. Nella sua irrefrenata gioia di vivere, avrebbe potuto prender sotto braccio chiunque gli passasse di fianco iniziandoci a ballare un “Parapaponzi”. Consigliava sempre di trovare un po’ di paradiso anche qui in terra. E lui ci riusciva e si vedeva. Si lasciava stupire e ammaliare dai particolari della quotidianità che definiva “intuizioni della bellezza che risvegliano nell’anima una nota nascosta che canta un’estasi desiderata“.

Sempre sulla scia della sua ironia, Pippo Corigliano attribuiva la sua vocazione di scrittore a Dan Brown, l’autore del controverso “Codice Da Vinci“, che con l’eco mediatica dei suoi libri aveva attirato l’attenzione su tematiche spirituali e soprannaturali. Non a caso, da possibile danno all’immagine pubblica dell’Opus Dei, la professionalità di Pippo Corigliano e dei suoi colleghi ha saputo trasformare la vicenda in un’occasione per parlare della bellezza del messaggio di San Josemaría e della normalità delle persone che lo seguono.

Un uomo che sapeva voler bene“, Pippo Corigliano desiderava vivere in maniera tale da meritare un epitaffio del genere, il medesimo che avrebbe scritto nei confronti di San Josemaria. Lo era, in tutto il suo radioso estro napoletano. Era un uomo che sapeva voler bene e come ricordava citando San Paolo “l’amore non avrà mai fine“.

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