Roma, studentessa violentata: in manette Simone Borgese, già arrestato per stupro

L'8 maggio del 2015, esattamente nove anni prima di questa ultima violenza, aveva stuprato una tassista. Scarcerato nel 2021 ora sembra rientrare nel profilo dello stupratore seriale

Redazione
5 Min di lettura

Alla fermata dell’autobus di via della Magliana a Roma, in pieno giorno, una giovane studentessa è stata adescata da un 39enne che, fingendo di essere in difficoltà, è riuscito a farla salire in macchina con lui. Privata del suo telefono, la giovane vittima è stata trasportata in una località isolata, dove è stata costretta a subire una violenza sessuale.

Un racconto da brividi quello della studentessa, che ha riportato dettagliatamente le modalità utilizzate dall’uomo per convincerla a salire in macchina e poi costringerla ad avere un rapporto sessuale. La ragazza ha immediatamente sporto denuncia e, grazie alla sua testimonianza, gli agenti della polizia di Roma del VII Distretto San Giovanni sono riusciti ad individuare il sospettato, che è stato arrestato e costretto all’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere.

Si tratterebbe di Simone Borgese, sparato, padre di una bambina e già arrestato con l’accusa di violenza sessuale. A rendere ancora più inquietante e complessa la vicenda è il fatto che questo ultimo stupro e quello precedente, che lo ha portato all’arresto, siano avvenuti nella stessa data: l’8 maggio, a 9 anni di distanza l’uno dall’altro.

Roma, la testimonianza della giovane vittima

La violenza, secondo la testimonianza della vittima, sarebbe avvenuta nel primo pomeriggio dello scorso 8 maggio. La giovane si trovava presso la fermata dell’autobus di via della Magliana a Roma, quando un uomo a bordo di un’auto si è fermato per chiederle delle informazioni. Lo sconosciuto voleva sapere quale fosse la strada per raggiungere il Grande Raccordo Anulare in direzione Eur.

La giovane, quindi, gli avrebbe mostrato le indicazioni dal suo telefono grazie ad un app di mappe. L’uomo allora, le avrebbe mostrato il suo telefono scarico e le avrebbe chiesto di salire in macchina con lui per accompagnarlo. La giovane, presa alla sprovvista e inconsapevole delle reali intenzioni del 39enne, ha deciso di salire sulla sua macchina. Da quel momento, l’incubo ha avuto inizio.

L’uomo le avrebbe chiesto di dargli il telefono così da poter chiamare alcuni suoi contatti ma, dopo due chiamate senza risposta, si è rifiutato di ridare il cellulare alla giovane. Il 39enne avrebbe quindi iniziato a farle delle avances molto insistenti, terrorizzandola. Una volta giunti in una zona isolata, sconosciuta alla giovane, il 39enne l’avrebbe costretta ad un rapporto sessuale. In seguito, l’avrebbe riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli.

Le indagini sono partite immediatamente a seguito della denuncia della giovane e grazie anche alle telecamere di videosorveglianza della zona è stato possibile risalire allo stupratore. La vittima, inoltre, lo avrebbe riconosciuto in un album fotografico con persone a lui somiglianti.

Chi è Simone Borgese

La storia di crimini sessuale di Simone Borgese risale al 2015, quando fu condannato a scontare una pena detentiva di sette anni per aver stuprato, rapinato e picchiato una tassista l’8 maggio del 2015. Rilasciato nel 2022 è stato poi riconosciuto da una seconda vittima che ha raccontato le violenze avvenute nel 2014, quando lei aveva solo 17 anni. Borgese, quindi, è stato condannato a scontare altri due anni di carcere.

Il primo stupro per cui è stato condannato ha seguito un modus operandi piuttosto simile a quello avvenuto il mese scorso. Borgese, salito sul taxi della sua vittima, le avrebbe chiesto di portarlo all’aeroporto di Fiumicino. Durante la corsa, però, le avrebbe più volte fatto cambiare itinerario fino ad arrivare ad una zona isolata di Ponte Galeria. Lì, al momento del pagamento, l’avrebbe stordita con un pugno e l’avrebbe poi violentata. Prima di fuggire le avrebbe anche sottratto il portafogli con l’incasso della giornata.

La donna ha denunciato immediatamente la violenza e Borgese è stato fermato grazie alla testimonianza di un collega della vittima che lo ha riconosciuto. La foto del 39enne è stata dunque pubblicata su tutti i giornali, anche a seguito del suo processo, e così la sua presunta prima vittima lo avrebbe riconosciuto e sarebbe corsa dalle autorità competenti per denunciarlo a sua volta.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo