Toti verso le dimissioni: il futuro della giunta appeso ad un filo

L'incontro in presenza potrebbe avvenire nella sua casa di Ameglia, dove Toti passa i domiciliari

Redazione
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I prossimi giorni sono fondamentali per il futuro della giunta di Giovanni Toti. Le voci di dimissioni sono sempre più pressanti e una risoluzione importante verrà presa durante l’incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il presidente agli arresti domiciliari, originariamente fissata per venerdì.

L’assessore all’urbanistica Marco Scajola sta emergendo come uno dei principali candidati per la presidenza. Scajola è al centro dell’attenzione da parte di diverse liste e garantirebbe alla coalizione un significativo supporto. La sua candidatura nella provincia di Imperia potrebbe provocare un effetto traino automatico per la legge elettorale, facilitando l’elezione dei suoi compagni di lista a Genova e Savona.

Toti: le accuse

Il governatore è stato arrestato il 7 maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta della procura genovese con l’accusa di corruzione, voto di scambio e falso. La richiesta di revoca è stata respinta perché ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato, ossia la possibilità che Toti possa commettere di nuovo le stesse azioni per cui è indagato “in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025, per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”.

Sul tavolo, assicura, “non c’è il tema delle dimissioni. Sarà un giro di informazioni doverose per tenersi informato anche per le decisioni future. Potrebbero essere incontri anche collegiali. Intanto chiediamo di incontrare gli esponenti locali“. Si tratterà degli esponenti locali dei partiti della sua maggioranza. “Se di persona o in collegamento video lo deciderà il giudice“.

La sfiducia bocciata in Consiglio regionale

La mozione di sfiducia nei confronti di Giovanni Toti è stata bocciata. La Liguria ha ancora un presidente di Regione, seppur agli arresti domiciliari. La situazione di stasi resta tale, a pochi giorni dalle europee, e al centrodestra rimane il compito di difendere la roccaforte della Liguria. Toti, così come i suoi alleati, non avrebbe permesso all’opposizione di dettare legge ed anche per questo per il momento il governatore non sembra stia prendendo in considerazione la possibilità delle dimissioni.

Toti, la lettera in Consiglio regionale

Dopo un decennio di costanti sconfitte, politiche ed elettorali, la stessa classe dirigente della sinistra, che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie ad una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po’ del terreno perduto“, Toti scarica la questione sulle possibilità che le sue dimissioni potrebbero aprire al centrosinistra, sottolineando però come le mire dell’opposizione siano in qualche modo premature, visto che nei suoi confronti c’è solo un’inchiesta e nessuna condanna.

Toti parla di “simbolo di debolezza politica” sostenendo che nella mozione si sfiducia della sinistra ci sia “una politica che anziché difendere le proprie prerogative, autonome e parallele a quelle degli altri poteri dello Stato, se ne fa megafono o ruota di scorta, nella speranza di raccogliere qualche briciola“. Toti continua il suo attacco dichiarando che la sinistra sta perseguendo una “politica con la ‘p’ minuscola” nel tentativo di “di raggiungere un obiettivo che non ritenete raggiungibile con le vostre capacità e la vostra credibilità”.

Liguria, Giovanni Toti
Il presidente della Liguria Giovanni Toti

Il presidente della Regione Liguria poi conferma i suoi risultati, parlando di una Regione che sotto il centrodestra si è trasformata da mera “entità geografica” in una “realtà amministrativa“. Toti poi racconta di come la sua amministrazione si sia domandata più volte il motivo dell’ostracismo della sinistraper ogni infrastruttura che stiamo realizzando, per ogni progetto che si sta costruendo” e il presidente sostiene che la mozione presentata aiuti a capire queste contrarietà.

Voi non odiate le opere e i progetti in quanto tali, voi li odiate in quanto unità di misura della vostra incapacità, passata e presente. Voi odiate quello che ricorda, e soprattutto ricorda agli elettori, la vostra mediocrità e inconcludenza” dice Toti, per poi concludere: “. Cari amici delle opposizioni, oggi non solo perderete nel voto di questa mozione, ma ancor prima avete perso il senso del vostro ruolo e credendo di sottolineare una nostra debolezza, non vi siete resi conto di aver mostrato invece tutta la vostra. Per questo, oltre la mozione, continuerete a perdere anche le elezioni“.

Pd: “Le dimissioni di Toti sono un atto politico necessario

Il capogruppo del Partito Democratico Luca Garibaldi è intervenuto in Consiglio regionale prima che venisse letta la lettera a firma Giovanni Toti, volendo chiarire le motivazione soggiacenti alla decisione di proporre la sfiducia nei confronti del governatore. “Le dimissioni di Toti sono un atto politico necessario – ha esordito Garibaldi – l’inchiesta che ha colpito la Liguria decapitando la capacità amministrativa della Regione Liguria e del porto di Genova, ha dimostrato il fallimento politico e gestionale di cui il centrodestra è protagonista, una degenerazione politica e di etica pubblica che ha espropriato la democrazia“.

Quindi, la decisione punterebbe al benessere della Regione, ora congelata in una sorta di stasi in attesa di comprendere in che modo si concluderà il caso Toti. “Il centrodestra non è stato in grado di reggere alcuna scelta con Toti e neppure senza Toti lo sarà” ha continuato Garibaldi, sostenendo che questo “ha fallito politicamente in ogni aspetto della questione pubblica, costruendo una narrazione secondo cui ‘va tutto bene’, una ‘bolla di inclusi’ fatta di rapporti malati con l’impresa e di rapporti corporativi“.

Nel Consiglio regionale è intervenuto anche il capogruppo Ferruccio Sansa della Lista Sansa, che ha deciso di attaccare personalmente il governatore: “Provo pena più che odio verso Toti, qui non discutiamo di lui, ma di una cosa molto più grande che riguarda il nostro Paese, non solo la Liguria e nemmeno Genova. Toti da accusato si è fatto vittima e poi martire, ora persino giudice, l’accusato di corruzione e falso si fa persino giudice, ‘le regole fanno male’: è questo il messaggio, le scorciatoie, la corruzione, gli intrallazzi persino con la mafia fanno migliore la Liguria, un modo di ragionare sovversivo“.

Sansa, poi, rivolgendosi sia alla maggioranza che all’opposizione, ha concluso il suo intervento dichiarando: “È molto più di un atto di sfiducia a Toti e al totismo, non c’entrano la destra e la sinistra. Dobbiamo pensare alla Liguria e non ai nostri schieramenti. Dobbiamo dire che da parte stiamo, chiamarsi fuori non è possibile“.

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