Massimo Troisi, 30 anni dalla morte del ‘comico dei sentimenti’

Attore, autore e regista, Massimo Troisi ha cambiato radicalmente il modo di fare cinema. Il suo cuore, tanto grande quanto fragile, ha smesso di battere dopo l'ultimo ciak de "Il Postino"

Redazione
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Aveva 41 anni quando il cuore di uno degli attori più talentuosi della storia italiana ha cessato di battere. Massimo Troisi si è spento 30 anni fa nella casa della sorella Adriana all’Infernetto, vicino al lido di Ostia.

Dalla sua scomparsa, Troisi ha lasciato un vuoto nel cinema e nel teatro italiano che è ancora palpabile. La sua carriera s’improntava nella cultura napoletana, l’immagine che rifletteva dei suoi concittadini.

Massimo Troisi: la sua carriera sopra il comune

La vita di Massimo Troisi ruotava intorno al tema del ‘cuore’, come oggetto fisico che segnò anche la sua scomparsa a causa di una forte degenerazione della valvola mitrale provocata dalle febbri reumatiche infantili. Conosciuto anche come ‘Il comico dei sentimenti’, Troisi apportava nel cuore anche il simbolo della sua idea di vita e di creazione artistica. Soprannominato il ‘Pulcinella senza maschera’, Troisi, nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953, cominciò la sua carriera con gli amici del gruppo ‘I Saraceni’, diventato poi ‘La Smorfia’.

Un successo del tutto inaspettato che lanciò Troisi verso l’esordio al cinema con il film ‘Ricomincio da tre’ del 1981 e che ne consacrò il suo successo da attore, autore e regista, guadagnandosi subito due David di Donatello, tre nastri d’argento e due Globi d’oro. Da quel momento Troisi si dedicò al cinema, interpretando ben 12 film, cinque dei quali diretti da lui stesso. ‘Ricomincio da tre’‘Scusate il ritardo’ del 1983, ‘Non ci resta che piangere’ con Roberto Benigni nel 1984. Nel 1987 interpretò  ‘Le vie del Signore sono finite’, un film che segnò un passaggio importante nella sua evoluzione artistica.

L’ultimo film che Troisi scrisse, diresse e interpretò fu ‘Pensavo fosse amore…invece era un calesse’ del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri. L’attore già malato, ha voluto comunque girare ‘Il Postino’, il suo film-testamento, diretto da Michael Radford e ispirato a ‘Il postino di Neruda’ dello scrittore cileno Antonio Skarmeta. Durante le riprese del film le condizioni di salute di Troisi peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire da una controfigura per le scene più faticose. Il suo cuore cessò di battere poche ore dopo che era stato dato l’ultimo ciak.

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