Voltaire una volta scrisse: “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione”. Fortunatamente il filosofo è morto nel 1778 altrimenti sarebbe sobbalzato nel vedere lo stato in cui versa oggi la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli. A lanciare un S.O.S è Giuseppe Moretti, Presidente dell’USPP, Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria: “Il carcere romano sta attraversando il periodo più buio della sua esistenza”.
Regina Coeli, tra sovraffollamento e carenza di personale
Un problema comune a tutte le carceri italiane è il sovraffollamento, ma a Regina Coeli la situazione su questo fronte è davvero critica: stando agli ultimi numeri dell’associazione Antigone, sono presenti 1137 detenuti a fronte dei 628 previsti dalla struttura. E se da un lato i carcerati crescono dall’altro le forze della polizia penitenziaria sembrano diminuire giorno dopo giorno. “La situazione attuale è davvero critica – ha iniziato a spiegare Moretti, Presidente dell’USPP – con un sovraffollamento dei detenuti pari al 180%, che costringe il carcere a dover far occupare i locali adibiti ai momenti di socialità dei detenuti per sopperire alla carenza dei posti letto delle stracolme stanze detentive”.
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“Inoltre – prosegue il sindacalista – la forza effettiva di Agenti di Polizia Penitenziaria addetti alla loro sorveglianza è deficitaria del 40% rispetto alla dotazione organica prevista, a causa di impieghi diversificati, dentro e fuori dal carcere, di assenze del personale a vario titolo e di un organico disponibile di poliziotti, anche delle qualifiche superiori, dei Sovrintendenti e degli Ispettori, inferiore alle previsioni ministeriali”.
Cresce il disagio e con lui anche la violenza. A raccontarlo, a fianco di Moretti, Francesco Laura, Vice Presidente del sindacato USPP, già Comandante dell’istituto penitenziario capitolino: “A tutto ciò c’è da aggiungere i numerosi eventi critici che si verificano, come i frequenti episodi di violenza tra detenuti e di aggressioni al personale penitenziario e sanitario. Inoltre, sono ripetuti i tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari. Il quadro – continua – è ancora più preoccupante se si pensa ai faticosi piantonamenti nei luoghi esterni di cura che i colleghi devono fronteggiare nell’arduo tentativo di mantenere i più elevati livelli di sicurezza e di garanzia del rispetto della legalità e dell’ordine interni“.
Moretti: “l’USPP chiede un concreto e immediato intervento”
Secondo Moretti bisogna immediatamente prendere atto di questa difficile situazione che affligge il carcere di Regina Coeli. L’USPP chiede, in vista della prossima mobilità del personale del Corpo, al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria l’invio di almeno 40 unità di personale di Polizia Penitenziaria ed un considerevole trasferimento di detenuti in altri istituti penitenziari, anche fuori Regione. Invece, al Provveditorato Regionale, Moretti domanda di riconoscere il pagamento del lavoro straordinario richiesto per esigenze di servizio al professionale e competente personale operante, su cui si regge ormai la Casa Circondariale romana, mediante l’elevazione dei parametri ordinari.
“A tutto il personale di Polizia Penitenziaria dell’istituto di Regina Coeli, Agenti, Sovrintendenti, Ispettori e Dirigenti, non possiamo che essere riconoscenti per la risposta operativa, seria e responsabile, che stanno fornendo”, concludono i due sindacalisti, “ma ci aspettiamo, a questo punto, che un’altrettanta risposta responsabile e fattuale pervenga congiuntamente anche dalle Istituzioni penitenziarie interessate per il complessivo miglioramento delle condizioni di lavoro dei nostri colleghi ed per il ripristino di condizioni accettabili di vita intramuraria della popolazione detenuta”.
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