Mattarella nel mirino della Lega: la politica risponde unita

"Mattarella si dimetta", è la richiesta avanzata dal senatore leghista Claudio Borghi, noto per le sue posizioni anti-euro. Il motivo sono le dichiarazioni del Presidente della Repubblica di sabato, davanti al corpo diplomatico, in cui ha affermato che col voto del weekend "si consacra la sovranità europea"

Redazione
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Dimissioni. È la richiesta che arriva a Sergio Mattarella dal senatore leghista Claudio Borghi, noto per le sue posizioni anti-euro. Il motivo sono le dichiarazioni del Presidente della Repubblica di sabato, davanti al corpo diplomatico, in cui ha affermato che col voto del weekend “si consacra la sovranità europea“. Borghi lo sfida: “Se davvero pensa che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi”. Come se le due cose fossero in contrapposizione.

Borghi
Il Senatore Claudio Borghi, Lega

Nel clima elettorale infuocato, Matteo Salvini sostiene questa interpretazione: “Oggi è la festa della Repubblica, non della sovranità europea. Non mi arrenderò mai a un super Stato europeo dove comandano quelli che hanno i soldi”, dichiara su Rai3. Più tardi, in serata, fa marcia indietro: Non chiediamo le dimissioni di nessuno.

Un attacco alla Repubblica proprio nel giorno della sua festa? Alle tre del pomeriggio, la Lega invita Mattarella a sloggiare. Il Presidente è al Quirinale, dopo la mattinata trascorsa ai Fori Imperiali per la tradizionale parata militare.

Dietro le quinte della cerimonia, emerge una netta divergenza con Giorgia Meloni sull’Europa. Mattarella, in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, sottolinea: “I padri della patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano un’Italia aperta all’Europa”. Meloni, invece, dichiara: “Torniamo alla prima idea di Europa che immaginava che la sua forza fosse la forza e la specificità degli stati nazionali”.

Un’immagine significativa. Sabato sera al Quirinale, durante un ricevimento nei giardini. Nell’ora dorata prima del tramonto, il presidente Mattarella è seduto in terrazza con i presidenti delle Camere quando arriva la premier, che si siede a tre metri di distanza. Una distanza politica evidente.

Una saldatura tra le due destre, quella di Giorgia Meloni e quella di Matteo Salvini, spinta da una corsa all’estremismo verbale. Negli ultimi giorni, Meloni ha attaccato De Luca, i vescovi, i radical chic, l’Europa, culminando nella difesa della fiamma nel simbolo. In piazza del Popolo, Adriana Poli Bortone minaccia di far sloggiare i leninisti dal Comune. Antonio Angelucci, editore-parlamentare, ai cronisti: «Fatevi i c..vostri». Lo stile del Quirinale è inconciliabile con questa retorica.

Tajani difende Mattarella

Ma c’è chi difende Mattarella. Forza Italia si smarca. Antonio Tajani twitta: “Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto”.

Antonio Tajani
Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia

Elly Schlein, nel comizio per la Costituzione a Testaccio, critica l’iniziativa leghista: Vorrei che la premier si esprimesse e prendesse le distanze. Lo facciamo noi ringraziando il Presidente della Repubblica”.

Giuseppe Conte tuona: “Chiedere le dimissioni del presidente Mattarella è una cosa non commentabile, talmente grave e sconclusionata”. Matteo Renzi ricorda che Mattarella è stato indicato da lui. Enrico Borghi accusa la Lega di distorcere le parole del Presidente. Riccardo Magi (+Europa) parla di affondo eversivo e chiede a Meloni di riferire in Parlamento. Carlo Calenda ironizza: “Salvini non ha l’intelligenza per aprire un tappo ma neanche la dignità e l’onore per rispettare il presidente della Repubblica”.

Alle quattro del pomeriggio Mattarella accoglie 1700 uomini e donne dell’Italia solidale al Quirinale: bambini con la coccarda, l’Unione ciechi, crocerossine, migranti, volontari che spingono carrozzine, anziani con cappellini bianchi. Il popolo di Mattarella. In questo bagno di folla, la risposta a Borghi è implicita. “Tenga duro presidente, grazie per quello che fa”, gli dice una donna. La banda suona “Volare”.

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