Un gruppo di tre persone provenienti da Roma si è perso ieri sera durante una visita ai percorsi del monte Gran Sasso d’Italia. Fortunatamente sono stati tutti tratti in salvo dai soccorsi durante la notte.
I tre escursionisti romani durante la serata di ieri si sono resi conto di aver smarrito la via del ritorno dopo aver percorso il canale centrale del Corno Grande sull’imponente monte abruzzese. Con il sopraggiungere del buio, si sono trovati costretti a contattare i soccorsi, chiamando il numero unico di emergenza 112. Gli aiuti che si sono presentati ai ragazzi dispersi durante la notte sono stati i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) Abruzzo e il soccorso alpino della Guardia di Finanza.
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Una volta che il gruppo è stato raggiunto e sono state constatate le buone condizioni di salute dei ragazzi da parte dei sanitari del CNSAS, i tre sono stati riaccompagnati a piedi nell’altopiano Campo Imperatore, nel cuore del Gran Sasso. L’operazione di salvataggio si è conclusa intorno alle 3 di questa mattina.
Gran Sasso, diversi i casi di dispersi e morti
Il monte abruzzese è il massiccio montuoso più alto dell’Appennino continentale. Per questo annualmente attira tantissimi escursionisti e appassionati desiderosi di scalare le sue vette. Non tutte le escursioni però terminano con un finale da favola, poiché sono moltissimi i casi di persone perse, disperse e persino decedute sulle pendici del gigante d’Abruzzo. Le avventure sui percorsi montuosi devono necessariamente essere precedute da una buona preparazione, soprattutto e si tratta di montagne così imponenti.
Nella storia ci sono stati diversi celebri incidenti sul Gran Sasso causati dal clima, dalla guerra e dall’uomo. Il primo incidente riportato dalle cronache fu la valanga del 1569 che provocò 18 vittime. Nel 1919 avvenne la tragedia di Fonte Vetica, un’improvvisa bufera di neve che uccise un pastore e la sua famiglia insieme a più di 5mila pecore.
Durante la guerra ci fu l’Operazione Quercia, per la liberazione di Benito Mussolini dalla prigionia a Campo Imperatore da parte dei tedeschi, in cui morirono un carabiniere e una guardia forestale. Sempre durante la guerra ci fu una tragedia causata dalle bombe dei bombardieri statunitensi che uccisero 200 persone tra prigionieri alleati e italiani. I dati più recenti hanno registrato 9 vittime nel 2022 e 6 nel 2023.
Paolo Passalacqua, comandante della Stazione di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza dell’Aquila afferma: . “È fondamentale conoscere e avere una capacità previsionale rispetto ai problemi che potrebbero capitare quando si affrontano delle escursioni. Vivere gli ambienti di montagna è bellissimo, ma non bisogna mai sottovalutarne i rischi, perché le conseguenze potrebbero essere molto severe”.
Il comandante continua: “L’attività formativa e informativa, purtroppo, non riesce a raggiungere tutti e ci sono attitudini che non si possono insegnare. Tutti devono sentirsi liberi di andare in montagna, ma ognuno deve saper pianificare, in base alle proprie capacità, senza assolutamente improvvisare e improvvisarsi“.
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