Israele, l’Aja impone di fermare le operazioni a Rafah: Hamas esulta ma non vuole liberare gli ostaggi

Hamas ha esultato alla notizia della sentenza, pur affermando che non è sufficiente a risolvere la situazione drammatica in cui versa la Striscia di Gaza. Al tempo stesso però, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione rispetto all’altra parte delle richieste dell’Aja, ovvero il rilascio immediato degli ostaggi israeliani, che continua ad essere una chiave di volta dei negoziati di pace tra il gruppo terroristico e Israele

Redazione
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La Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU ha emesso una sentenza operativa e vincolante in cui si richiede che Israele fermi immediatamente la sua offensiva militare a Rafah. Il presidente Nawaf Salam ha dichiarato che tali azioni potrebbero infliggere al gruppo palestinese condizioni di vita tali da condurlo alla distruzione fisica, totale o parziale, in violazione della Convenzione del Genocidio. Tuttavia, la sentenza, pur avendo un carattere vincolante, rischia di essere disattesa come accaduto per altre decisioni in passato, dato che la Corte non dispone di poteri esecutivi immediati.

Non solo Rafah, anche la liberazione degli ostaggi

Il tribunale ha anche ordinato il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani e la riapertura del valico di Rafah, attualmente sotto il controllo delle forze israeliane (IDF). La reazione di Israele, guidata dal premier Benjamin Netanyahu, è stata di forte opposizione alla decisione. Benny Gantz, ministro del Gabinetto di guerra, ha ribadito l’obbligo del paese di continuare a lottare per la liberazione degli ostaggi e per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani, anche a Rafah. L’ufficio del premier ha inoltre definito le accuse mosse da Pretoria come “false, oltraggiose e disgustose“.

Hamas Gaza
Hamas, governo terroristico palestinese

La deliberazione della Corte è giunta a seguito del ricorso dello Stato del Sudafrica, preoccupato per quanto sta avvenendo nella città di Rafah da quando Israele ha dato inizio alla sua offensiva. “La situazione umanitaria a Gaza è disastrosa dopo l’intensificarsi dei bombardamenti” ha infatti affermato la Corte internazionale di Giustizia dell’Aia. La decisione sull’obbligo del cessate il fuoco è stata presa da 15 giudici.

Una seconda deliberazione dell’Icj ha riguardato il valico di frontiera di Rafah, che dovrà essere riaperto per permettere l’entrata di aiuti umanitari nella città. Inoltre, affinché le prove di ciò che è accaduto nella città vengano preservate, Israele dovrà adottare delle misure per garantire l’accesso senza ostacoli agli inquirenti nella Striscia di Gaza. Per lo stesse motivo, Israele dovrà anche presentare entro un mese un rapporto sulle misure adottate nel Paese.

Israele, Netanyahu convoca riunione urgente

Come si poteva immaginare la decisione della Corte dell’Aia non ha lasciato indifferente gli alti ranghi di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha quindi indetto una consultazione telefonica urgente alle ore 17, 16 ora italiana. Al vertice parteciperanno il ministro della Difesa Yoav Gallant, il ministro degli Esteri Israel Katz e il Procuratore generale capo del personale Gali Beharav-Miara. La notizia del confronto è stata rilasciata da Ynet, subito dopo la deliberazione della Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Benjamin Netanyahu, primo Ministro Israele
Benjamin Netanyahu, primo Ministro Israele

Il Sudafrica ha accolto con favore l’ordine “più forte” della Corte internazionale di giustizia nei confronti di Israele, mentre Hamas su Telegram ha affermato che la deliberazione della Corte non è abbastanza perché è necessaria unafine dell’offensiva in tutta Gaza“.

Facciamo appello alla Comunità internazionale e all’Onu – ha proseguito Hamas – di premere sull’occupazione per obbligarla immediatamente alla Risoluzione e di procedere ad una seria e reale applicazione di tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite che costringono l’esercito di occupazione sionista a fermare la guerra genocida“. Sul nuovo richiamo dell’Aia al “rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza“, Hamas non ha commentato.

Liberare o non liberare gli ostaggi?

La questione del rilascio degli ostaggi, è diventato il fulcro principale in cui si impernia lo stallo alla messicana che impedisce il proseguimento degli accordi: infatti, se l’organizzazione Hamas non dovesse liberare gli ostaggi, contravverrebbe alle richieste della Comunità Internazionale, ma continuerebbe ad avere un’arma di ricatto per essere ascoltata da Netanyahu. Se invece Hamas dovesse liberare gli ostaggi, non ci sarebbe più nulla ad impedire ad Israele di proseguire nel suo progetto di sostituzione culturale nel territorio della Cisgiordania, ma Netanyahu perderebbe l’unica “scusa” che ha per giustificare al mondo il martirio del popolo palestinese.

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