Treviso, studenti musulmani esentati dalla Divina Commedia, Valditara: “Inammissibile”

Indignazione da parte dei politici italiani riguardo la decisone presa in una scuola di Treviso di esentare due studenti musulmani dallo studio della Divina Commedia

Redazione
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In una scuola media a Treviso le famiglie di due alunni musulmani hanno scelto di non far studiare ai loro figli la Divina Commedia di Dante, perché opera a sfondo religioso, in contrasto con la loro fede.

La vicenda ha avuto origine dai dubbi del professore di letteratura italiana sul poter far studiare o meno l’opera di Dante agli studenti che in genere sono esentati dall’ora di religione. Il professore ha così scritto alle famiglie degli studenti per chiedere il permesso di spiegare ai ragazzi un’opera in cui sono presenti Inferno, Paradiso e Purgatorio.

Le famiglie di due ragazzi musulmani di terza media non hanno dato il consenso. Il motivo è che studiare l’opera sarebbe offensivo verso la cultura islamica. Non seguiranno quindi le lezioni che trattano della Divina Commedia, e non faranno le interrogazioni e i compiti in classe sull’opera. Il professore ha proposto ai due studenti come alternativa all’opera di Dante, un percorso simile su Boccaccio.

Treviso, scuola
Treviso, scuola

Treviso, le dichiarazioni dei politici

Le autorità vanno tutte contro la decisione presa dalla dirigente della scuola di esimere gli studenti musulmani dallo studio dell’opera dantesca.

Commentando l’accaduto il sindaco di Treviso, Mario Conte, della Lega, non è d’accordo con la scelta delle famiglie e della dirigente scolastica di esonerare i ragazzi dallo studio dell’opera del Sommo Poeta perché “la cultura è inclusione e integrazione e la Divina Commedia è l’opera cardine della letteratura italiana”. Conte considera questo fatto come “un passo indietro, verso la divisione e l’esclusione della nostra cultura, cosa che ritengo sbagliatissima”. Conclude affermando che sarebbe meglio se si toglie tempo ai social media rispetto a toglierlo a Dante: “Meno telefonini e più Divina Commedia”.

Nemmeno il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è d’accordo con la decisione presa dalla scuola. Afferma che verrà fatta un’indagine per chiarire i fatti, perché crede che “oggettivamente un’esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura, per motivi religiosi o culturali ancora non abbiamo ben capito, è del tutto inammissibile“. Valditara ha affrontato la questione alla fine del consiglio dei ministri.

È dello stesso parere l’onorevole Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, che definsice la situazione come “assurda“. L’onorevole afferma che Integrazione
significa anche conoscere la cultura del Paese dove si vive e si studia”.
Frassinetti dice che questa vicenda va contro anche “tutti i progetti che nelle scuole si fanno sulla figura di Dante, come esempio di sensibilità umana, di passione civile e di ardente spiritualità”.

Il Ministro Matteo Salvini definisce la situazione come “raccapricciante” e “demenziale, dicendo di non parlare in quanto vicepresidente del consiglio, ma da genitore. “Penso che siamo o sull’orlo del baratro o sul limite del ridicolo” ha dichiarato il vicepremier.

Il vicepresidente del Senato GianMarco Centinaio considera il fatto ridicoloe “un insulto alla nostra cultura“. Continua affermando che nelle scuole europee tanti programmi di diverse materie sono legati alla religione cristiana e sarebbe impossibile creare dei percorsi ad hoc per i bambini di altre religioni.

Afferma, poi, che “è giusto che chi arriva o nasce nel nostro Paese abbia il diritto, prima ancora che la responsabilità, di conoscere la nostra cultura e di comprenderne i valori, che spesso sono universali e condivisi da ogni fede religiosa”. Conclude concordando con la decisione presa da Valditara di mandare ispettori in quella scuola per chiarire quanto accaduto per “evitare il dilagare di un integralismo religioso, che porterebbe alla ghettizzazione e ad aumentare il rischio di tensioni sociali e violenze”.

La senatrice del PD, Simona Malpezzi, su X scrive che integrazione significa aggiungere conoscenze e non toglierle, e che “studiare i padri della nostra letteratura non toglie nulla rispetto alla cultura altrui”. Sempre sui social non ha mancato di dire la sua il generale Roberto Vannacci, che scrive: “Eccoli quelli che vogliono distruggere la nostra Italia e la nostra Identità”.

Infine il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli ribadisce che l’opera dantesca è un pilastro della letteratura e cultura italiana e mondiale e dichiara che “è impensabile immaginare una didattica ‘ad personam’ dove ogni studente possa richiedere
esoneri per autori, periodi storici, filoni letterari non graditi
“. “Nessuno tocchi Dante” conclude.

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