Nel mondo dello sport sono sempre più frequenti casi di violenza fisica e verbale, soprattutto sui minori. Il Coni ha così creato dei programmi per contrastare questo fenomeno, come il protocollo Safeguarding office, che permette di velocizzare il dialogo e la collaborazione tra giustizia ordinaria e sportiva.
Lo sport è fondamentale nella vita delle persone, perché aiuta a tenere il corpo attivo ed è motore di socializzazione. Soprattutto nei bambini e nei ragazzi che si trovano nell’età dello sviluppo è importante che ci sia un’attività fisica oltre quella mentale della scuola. Non è casuale la famosa locuzione latina Mens sana in corpore sano, ovvero mente sana in corpo sano.
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Ma ultimamente nel mondo sportivo, compreso quello giovanile, sono sempre più recenti i casi di molestie sessuali. Si è registrato un incremento delle denunce di violenze, molestie e pedofilia in questo settore rispetto allo scorso anno. Sono cresciuti dell’80% i procedimenti iscritti per questi reati dalle Procure Federali delle Federazioni Sportive Nazionali, mentre del 100% per quelli iscritti dalle Procure Federali delle Discipline Sportive Associate. Questo fenomeno si stima porti il 99% delle vittime a lasciare l’attività sportiva.
Violenza nello sport, alcuni casi
Di seguito alcuni casi di abusi che hanno investito il mondo dello sport negli ultimi anni, praticati sia dagli adulti sui minori sia tra gli stessi ragazzi.
Nel 2022 è stato celebre il caso della direttrice italiana di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani, accusata dalle ginnaste di abusi psicologici e maltrattamenti. L’allenatrice ha ricevuto dal tribunale federale della ginnastica solo l’ammonizione per “eccesso di affetto”. Il coach della Stella Azzurra di pallacanestro Paolo Traino, accusato dell’abuso di un 13enne, ha ricevuto invece una condanna a 7 anni e la radiazione.
Un paio di mesi fa c’è stata un’indagine per revenge porn in Veneto, dove alcune atlete dello sci nordico avrebbero fatto video e foto di nascosto alle compagne in intimo per inviarle sulla chat “Francesco Totti”, con tanto di allenatore che sarebbe partecipe della vicenda. Sempre un paio di mesi fa una schermitrice uzbeka di 17 anni ha denunciato una violenza che aveva subito da parte di tre atleti della squadra juniores italiana della Federscherma, mentre si trovava a un ritiro pre-estivo a Chianciano Terme. La Federscherma con un comunicato si è costituita parte civile nel processo.
Quali sono i protocolli da adottare?
Per combattere questo fenomeno il Coni ha realizzato dei programmi e delle iniziative per proteggere gli atleti, soprattutto quelli più giovani. Un esempio è il divieto assoluto di tesseramento per i soggetti radiati per atti di violenze, inserito nei principi fondamentali degli statuti delle Federazioni.
Un altro esempio è l’Osservatorio Permanente per le Politiche di Safeguarding. Il Safeguarding office si occupa di tutelare i tesserati, soprattutto i minori, nelle loro attività sportive, per prevenire ogni forma di violenza e discriminazione. Le federazioni sportive hanno pubblicato sui loro siti le linee guida dei codici di condotta a cui le società e associazioni devono uniformarsi.
Nel gennaio 2023 il procuratore di Milano, il presidente del Coni e il procuratore generale dello sport hanno firmato un protocollo d’intesa per tutelare i soggetti vulnerabili vittime di un reato. Da quel momento sono stati firmati diversi protocolli con diverse procure del paese. Questo consente di accelerare i tempi e il dialogo tra la Procura generale dello sport e la Procura della Repubblica per velocizzare i processi e l’attuazione dei provvedimenti.
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