Dal G7 messaggio a Putin: «Siamo uniti». Nuove sanzioni, missili su Kiev

Massimo Colonna
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Giornata di diplomazia e sangue, tra il vertice in Baviera e il conflitto che prosegue sul campo. Stop all’importazione di oro russo in quattro stati. Si prospettano tempi lunghi per fermare le armi 

«Siamo uniti, questo il messaggio che mandiamo a Putin». Foto di rito e comunione di intenti al G7 in Baviera, missili intanto su Kiev. Giornata convulsa quella di domenica sul fronte del conflitto. Da un lato i grandi dell’Occidente si sono seduti attorno a un tavolo per fare il punto e prendere nuove iniziative; dall’altro, Putin ha risposto lanciando nuovi missili sulla capitale ucraina, alzando di fatto la minaccia bellica. Il bilancio è di un morto e diversi feriti. 

Nuove sanzioni a Mosca 

I leader hanno concordato il divieto di importazione dell’oro russo in quattro Paesi. Decisione che non convince del tutto Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelenksy, che nel pacchetto vorrebbe anche l’embargo sul gas. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha difeso l’efficacia delle sanzioni varate finora, sottolineando che stanno avendo un forte impatto sulla Russia. E proprio a causa delle misure adottate dall’Occidente Mosca si trova sull’orlo del default. Entro la mezzanotte infatti il governo avrebbe dovuto pagare circa 100 milioni di dollari di interessi sul debito estero agli obbligazionisti, ma le sanzioni internazionali hanno tagliato fuori il paese dal sistema finanziario globale. 

Il messaggio finale e la situazione sul campo 

«Siamo uniti e siamo insieme. Questo è il nostro chiaro messaggio al presidente Putin», ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Gli attacchi missilistici contro le aree residenziali di Kiev dimostrano che è giusto che stiamo insieme e sosteniamo gli ucraini nel difendere il loro paese, la loro democrazia, la loro libertà di autodeterminazione». Sul fronte intanto la situazione è ancora drammatica. Almeno 339 bambini sono morti dall’inizio del conflitto, secondo la procura generale di Kiev, e nella città portuale di Mariupol, ora sotto il controllo di Mosca, si rischiano migliaia di vittime entro l’autunno a causa del colera. Secondo l’esercito ucraino sarebbero circa 35 mila i soldati russi uccisi dall’inizio dell’invasione. 

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