Europee, Meloni teme l’ascesa di Le Pen: “Necessario alleare partiti compatibili”

Il premier teme che l'ascesa di Le Pen significhi meno seggi per FdI all'Europarlamento, ma è consapevole della necessità di una coalizione forte tra i partiti di centrodestra, al fine di escludere il centrosinistra all'opposizione

Redazione
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In Europa è necessario alleare i partiti compatibili tra loro in termini di visione per mandare all’opposizione la sinistra, come abbiamo fatto in Italia”. Con queste parole, Giorgia Meloni ha ribadito il suo piano per il prossimo Europarlamento: una grande alleanza che porti finalmente il centrodestra al potere, anche a Bruxelles. Tuttavia, i problemi non mancano e Meloni si trova ora a dover affrontare una possibile spaccatura all’interno dell’ECR, il partito dei conservatori e riformisti europei, di cui è presidente.

Il piano prevedrebbe un’alleanza piuttosto insolita tra ECR e ID (Identità e Democrazia), il partito di Marine Le Pen, storica avversaria del Presidente del Consiglio. Meloni teme sia l’ascesa al potere della rappresentante del Rassemblement National, sia la possibilità che il suo partito ottenga più seggi a Bruxelles rispetto a FdI. La probabilità che i conservatori, in particolare quelli contrari al secondo mandato di Von der Leyen, siano attratti da Le Pen è elevata. Per questo Meloni ha puntato gli occhi su ID, sperando di ottenere l’attenzione di alcuni dei loro eurodeputati e avvicinarsi così al Rassemblement National.

Dalla coalizione ECR-ID sarebbe però escluso AfD, il partito di ultradestra tedesco, il che potrebbe comportare perdite significative di voti. Un pericolo che Antonio Tajani ha cercato di mitigare proponendo un’alleanza tra popolari, conservatori e liberali, con al centro un asse PPE-ECR.

Europee, la possibile spaccatura di ECR

Al congresso del partito di destra spagnolo Vox, svoltosi a Madrid il 19 maggio, gli esponenti del partito hanno mostrato interesse nell’allargare il campo di ECR, invitando Le Pen e André Ventura. “Serve un gruppo più grande”, ha dichiarato Rocio Monasterio, volto di Vox. Tuttavia, questa visione non rispecchia quella di Meloni, che teme sempre di più un’alleanza con Le Pen.

Inoltre, la possibilità che ECR si divida di fronte alla proposta del candidato del Consiglio europeo continua a preoccupare. È già successo nel 2019, quando il PiS polacco votò per Von der Leyen, mentre FdI votò contro. Oggi, Meloni ha deciso di non attaccare frontalmente la presidente della Commissione europea uscente, dichiarando che la colpa dei malfunzionamenti dell’UE non è sua, ma della “maggioranza innaturale con popolari, socialisti e liberali”.

La possibilità che il centrodestra riesca a governare a Bruxelles è alta. Il bipolarismo popolari-conservatori del 2024 non esiste più. Non si discute più su “più Europa o meno Europa”, ma su quale tipo di Europa sia necessario edificare oggi. Giorgia Meloni lo ha capito bene e sfrutta a suo favore le carte della difesa, della lotta all’immigrazione e della paura dei conflitti in corso. Un’alleanza che contrasti i socialisti è possibile proprio per questo, per rispondere ai bisogni dei cittadini europei, terrorizzati e disorientati.

Così le destre europee sono salite individualmente al potere e Giorgia Meloni continua a promuovere l’idea del “modello all’italiana”, con il centrosinistra all’opposizione e la destra al governo.

Giorgia Meloni sull'omotransfobia
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Ursula Von der Leyen
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea

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