Il calcio in guerra, la Palestina chiede la sospensione di Israele

Infantino temporeggia: “Team di legali al lavoro”. La Federcalcio palestinese ha invocato lo stesso metro di giudizio usato con la Russia. Israele risponde: “Cinici”

Daniele Saccucci
2 Min di lettura

Il mondo del calcio è ufficialmente scosso dal conflitto israelo-palestinese. La FIFA, infatti, dopo essere stata costretta a veder giocare Israele in campo neutro, così come succede all’Ucraina da quando le forze militari russe hanno avviato l’operazione speciale nel febbraio del 2022, dovrà ora gestire la mozione della Palestina, che richiede l’immediata sospensione della nazionale israeliana da tutte le competizioni calcistiche.

Il presidente della Federcalcio palestinese, Jibril Rajoub, si è rivolto direttamente al numero uno della FIFA, Gianni Infantino, durante la riunione del calcio mondiale andata in scena a Bangkok. Il commento del numero uno palestinese, dopo il confronto con la FIFA, non ha lasciato spazio a interpretazioni: “La palla è nel tuo campo”, avrebbe riferito il presidente palestinese a Infantino.

Così come per la Russia, sospesa da qualsiasi competizione internazionale sia da UEFA che dalla stessa FIFA dopo l’attacco all’Ucraina, proprio quest’ultima affiderà una consulenza legale in merito alla richiesta palestinese di sospensione di Israele. Questa decisione, infatti, sarebbe stata confermata dallo stesso Infantino durante il meeting thailandese.
Dura reazione da parte del mondo del calcio israeliano, che avrebbe commentato in modo molto schietto la presa di posizione palestinese.

“Cinico tentativo di danneggiamento del calcio israeliano sarebbero le parole riportate da Tel Aviv alla notizia della mozione richiesta dalla Palestina.

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