Milano, versa 117mila euro ad una banda di criminali: era convinto fosse la polizia postale

Una serie di mail col logo della polizia postale hanno convinto l'uomo a pagare grandi somme di denaro in cambio della conclusione di un processo a suo carico. La vittima era convinta di essere stata accusata di possesso di materiale pedopornografico e, per evitare che l'infamia diventasse pubblica, ha versato ogni centesimo di ciò che gli veniva chiesto

Redazione
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Un cittadino di Milano residente in Cina ha versato circa 117 mila euro ad una banda di criminali, convinto di star dialogando con la Polizia di Stato italiana. Mesi da incubo quelli vissuti dalla vittima, che si è visto recapitare una serie di e-mail in cui veniva formalmente accusato di essere in possesso di materiale pedopornografico. Un’accusa infamante che avrebbe avuto la possibilità di rovinare la vita dell’uomo, a causa delle implicazioni pesanti che questa porta con sé.

Proprio per questo la vittima avrebbe deciso di accettare i “patteggiamenti” offerti dalla polizia e dalle altre autorità con cui era convinto di essere in contatto. Ciclicamente, quindi, l’uomo era costretto a fare dei versamenti di denaro, affinché le accuse a suo carico venissero in qualche modo archiviate. Ad ogni pagamento, però, la storia non si concludeva e una nuova mail piena di minacce veniva inviata all’indirizzo e-mail dell’uomo.

Quest’ultimo, quindi, avendo compreso che la faccenda potesse essere in qualche modo legata alla criminalità, ha deciso di recarsi presso i la polizia postale di Milano, porgendo formale denuncia. Non è stato complesso per le autorità individuare i locali in cui gli indagati vivevano e operavano in provincia di Bergamo. In arresto dodici persone, di cui un italiano, 2 senegalesi e 10 nigeriani con le accuse di estorsione e di riciclaggio.

Milano, il contenuto delle e-mail

Secondo quanto raccontato dalla vittima alla polizia postale, sembrerebbe che la mail a lui giunte avessero tutte il logo della polizia e fossero firmate a nome di un funzionario di polizia, il quale però risulta in pensione. Dopo i primi versamenti, poi, la vittima ha cominciato a ricevere e-mail contenenti finti atti giudiziari che intimavano il pagamento di ulteriori sanzioni in conseguenza di decisioni assunte da una fantomatica “Corte d’Appello”.

Questi sarebbero i fattori che avrebbero convinto l’uomo a procedere con i pagamenti. Il raggiro era riuscito e l’infamante accusa di pedopornografia ha spostato totalmente l’attenzione da tutti i dettagli poco credibili della questione. L’operazione Polo Est“, condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per la Lombardia e coordinata dalla Procura di Bergamo, ha comunque permesso di porre fine a questa spiacevole questione, permettendo alla vittima di riprendere in mano la propria vita.

La Polizia di Stato, in occasione di questo specifico caso, ha voluto ricordare che che in nessun caso comunicazioni ufficiali e notifiche di atti giudiziari o amministrativi, come le sanzioni pecuniarie, vengono effettuate utilizzando la posta elettronica, né tantomeno mediante comunicazioni telefoniche.

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