Turchia, condannato a 42 anni di carcere il leader filo curdo Demirtaş

Il leader di Hdp e la vicesegretaria Figen Yuksekdag sono stati accusati di terrorismo perché legati al partito curdo Pkk, ritenuto di stampo terroristico dal governo turco

Redazione
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Non permetterò di leggermi la sentenza in faccia, lascio che se la leggano da soli“, queste le parole pronunciate dagli avvocati di Selahattin Demirtaş, ex segretario del partito filo curdo Hdp in Turchia, condannato a 42 anni di reclusione con l’accusa di terrorismo. Il leader dell’opposizione turca ha deciso di non presentarsi al processo e di rilasciare ai suoi avvocati una semplice nota di commento da leggere in aula.

Una sentenza dura che fa riferimento ai presunti legami del leader democratico con il partito dei separatisti curdi (Pkk). Insieme a lui è stata condannata anche Figen Yuksekdag, all’epoca dei fatti vicesegretaria dello stesso movimento politico filo curdo, che dovrà scontare 30 anni e 3 mesi di reclusione per gli stessi reati. A seguito delle sentenze emanate da un tribunale di Ankara, il partito Dem, nuova sigla dell’Hdp, ha emesso un comunicato in cui accusa apertamente la magistratura di legami con la politica e definisce la giornata di oggi “una macchia nera nella storia del Paese“.

Turchia, la storia del processo “Kobani

La sentenza nei confronti di Selahattin Demirtaş è giunta dopo otto anni dall’arresto di dodici parlamentari del partito filo curdo Hdp, tutti accusati di essere legati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato un’organizzazione terroristica dal governo. Dopo 83 udienze di quello che è stato soprannominato il processo Kobani” sia Demirtas che Yuksekdag sono stati condannati.

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Figen Yuksekdag, vicesegretaria di Hdp

Entrambi, oltre alle accuse di collusione con il Pkk sono stati accusati di aver istigato alla violenza e alla rivolta la popolazione curda del sud est della Turchia. I fatti risalirebbero alla fine del 2014, quando la città curdo-siriana di Kobane è stata assediata dall’Isis e la Turchia decise di non intervenire nonostante le proteste di gran parte dei curdi del Paese. La rabbia dei cittadini fu raccolta da Selahattin Demirtaş, che se ne fece portavoce in diversi comizi.

Demirtaş era il leader del partito filocurdo Hdp, nato nel 2013 da una costola del Partito della pace e democrazia (Bdp). Nel 2015 riesce a guadagnare il 12,7% dei voti, entrando di fatto nel parlamento per la prima volta nel Paese. Il leader democratico, quindi, diventa il primo oppositore di Erdogan e durante la campagna elettorale è stato il principale obiettivo dell’attuale presidente, che lo ha accusato di essere un “infedele” perché ha promesso di lottare per l’abolizione dell’agenzia governativa per gli affari religiosi, come riporta Internazionale.

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