Ilaria Salis ai domiciliari, il padre: “Preoccupa la sicurezza per il trasferimento”

"Facciamo un appello alla discrezione da parte dei media" ha affermato il padre di Ilaria Salis appresa la notizia dei domiciliari

Redazione
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Abbiamo dei segnali di problematiche di sicurezza per cui preferiamo che il trasferimento dal carcere non avvenga con grande attenzioni“. A dirlo all’AGI e’ il padre di Ilaria Salis, Roberto, dopo la concessione degli arresti domiciliari in Ungheria. “Facciamo un appello alla discrezione da parte dei media, a non presentarsi all’esterno del carcere quando Ilaria uscirà”.

Il tribunale ungherese di seconda istanza ha accolto il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che dopo 15 mesi di carcere duro potrà finalmente andare ai domiciliari con la misura cautelare del braccialetto elettronico. La donna, una maestra italiana di 39 anni, era stata arrestata con l’accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra durante una manifestazione a Budapest.

Negli ultimi mesi il caso Salis in Italia ha avuto una certa risonanza a causa delle accuse di suo padre Roberto nei confronti del governo italiano, che avrebbe fatto ben poco per proteggere una sua cittadina, detenuta all’estero e costretta a vivere in una condizione disumana e pericolosa nel carcere ungherese in cui era detenuta. Hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’imputata, portata a processo legata mani e piedi con delle catene.

Immediato, quindi l’intervento della politica, in particolare del centrosinistra, attivatosi per cercare di riportare Salis in Italia, per poterle far scontare una pena equa e soprattutto umana. L’Ungheria, però, non avrebbe visto di buon occhio l’intervento italiano, dichiarando la giustizia nel Paese è indipendente dalla politica e per questo anche l‘intervento della Farnesina e dello stesso ministro degli Esteri Tajani si sarebbe rivelato pressoché inutile. Alleanza Verdi e Sinistra, quindi, avrebbe individuato nell’escamotage della candidatura di Ilaria Salis alle prossime Europee un metodo per permettere alla donna di lasciare il carcere.

Antonio Tajani
Antonio Tajani, ministro degli Esteri

Tale decisione, però, non è stata apprezzata dal centrodestra che non ha ritenuto corretto da parte del partito candidare una donna detenuta per un reato violento in un carcere straniero. Ieri è giunta però la notizia della commutazione di pensa della Salis, che ora potrà godere di una minima libertà rispetto al regime di carcere duro vissuto dal febbraio 2023. Soddisfatto Nicola Fratoianni di Avs, che ha imputato tale decisione all’intervento del suo partito, che ha cercato in tutti modi di rimanere presente al fianco della detenuta italiana.

Fratoianni sul caso Salis: “Grazie al nostro rumore qualcosa si è mosso

In un’intervista al Corriere della Sera, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha cercato di spiegare come l’intervento del suo partito e in generale dell’Italia abbia contribuito alla commutazione della pena di Ilaria Salis. “Ricordo che dopo i primi 13 mesi passati da Ilaria in carcere, qualcuno nel nostro Paese sosteneva che certe cose si risolvono in silenzio. E così i mesi di prigione sono diventati 16 – ha dichiarato Fratoianni – Invece con l’impegno di Roberto Salis e della sua famiglia, con la mobilitazione di molti parlamentari, con la decisione dell’Alleanza Verdi Sinistra di candidarla alle Europee il silenzio finalmente si è rotto, è diventato rumore e qualcosa si è mosso“.

Il volto di Avs ha anche sottolineato che “alzare la voce è servito” ma quella di oggi “è solo una prima vittoria” perché l’obiettivo attuale è quello di “eleggerla e riportarla in Italia“. Secondo Fratoianni “questa vicenda dimostra che bisognava battersi, che la mobilitazione può cambiare le cose anche quando sembra impossibile. Non solo bisogna evitare di fermarsi ma è necessario intensificare gli sforzi perché Salis resta comunque in Ungheria privata della libertà personale, sebbene fuori dalle mura del carcere. Noi vogliamo riportarla a casa“.

Il segretario di Sinistra Italiana ha poi evidenziato che in questo modo lacandidatura di Ilaria Salis si rafforza” e che questa sebbene “riguardi in primo luogo lei, la sua vita e il suo corpo, ha anche una rilevanza politica generale. Ha a che fare con la costituzione reale dell’Europa, che non deve essere quella degli Orban“. Anche il ministro Nordio ieri durante il Question Time alla Camera ha voluto manifestare la sua “soddisfazione per la notizia che abbiamo ricevuto sulla concessione degli arresti domiciliari a Ilaria Salis“.

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