“Dieci ore al giorno di lavoro per 280 euro al mese”. Lo sfogo è virale

Redazione
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Una ragazza risponde a un annuncio, poi denuncia le condizioni offerte su Tik Tok: «Offrono 70 euro a settimana» 

«Se 70 euro alla settimana li volessero dare ai tuoi figli, tu cosa diresti? No, è ovvio. E allora perché fai bordello (ti lamenti-ndr)? Non ti lamentare se i ragazzi oggi non vogliono lavorare, che non trovate personale». È il video-sfogo di una ragazza napoletana, che ha deciso di denunciare la bassa paga dell’ultima offerta di lavoro ricevuta tramite il social media del momento: Tik Tok. La ragazza ha deciso di usare il potere di cassa di risonanza dello strumento per far arrivare la propria vicenda a quante più persone possibile, testimoniando una realtà che spesso si tende a nascondere sotto il più comodo: “i giovani non hanno voglia di lavorare”.

280 euro al mese per un orario quasi continuato

Racconta la giovane: «Lo scorso 15 giugno, su Instagram, una ditta di abbigliamento ha scritto: “cercasi persone per lavorare”. Io la contatto e mi viene chiesto: “di dove sei, come ti chiami”, se ho esperienza. Fino a quando non arriviamo al discorso degli orari e dei soldi. Mi viene risposto che l’orario è dalle 9 alle 13,30. Il negozio riapre alle 16 ma bisogna arrivare alle 15-15,30 per pulire. Poi fino alle 20,30-21. Il sabato stesso orario ma continuato. Ho chiesto la paga e mi è stato risposto 70 euro a settimana, cioè 280 euro al mese; ho risposto che non mi interessava e a quel punto la ragazza, una mia coetanea, mi risponde: “I giovani non hanno voglia di lavorare”».

Turni lunghi, che il sabato calavano la maschera per mostrarsi nella loro realtà di orari continuati, a una paga ridicola.

Il video ha raccolto commenti di tantissimi ragazzi, cui è stato offerto anche molto meno

«Siete voi che date una miseria nelle mani dei ragazzi. Mi spiegate un ragazzo di 23-24 anni con 280 euro al mese cosa può fare? Siete voi che non li fate lavorare» ha replicato la giovane di fronte all’accusa, generalizzata ma non per questo meno provocatoria, mossa dinanzi al suo rifiuto.

In un altro video, anche questo pubblicato sul suo profilo, la ragazza si è meravigliata del successo ottenuto dalle sue considerazioni: «Il mio video non è il primo in cui si parla di ragazzi che si sono trovati nella mia stessa situazione. Io personalmente ne ho visti parecchi di questi video, e come me anche milioni di persone. Nei commenti ci sono testimonianze di ragazzi ai quali, per le stesse ore di lavoro, avevano offerto anche molto meno».

La conclusione lascia ben sperare, pur nella sconvolgente verità di come sia necessario denunciare ancora l’esistenza di episodi come questo: «Alcuni mi hanno anche scritto per dirmi che, dopo averlo visto, hanno aperto gli occhi. Allora forse il video di una persona come me può servire…».

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