Ponte sullo Stretto, Pichetto Fratin rassicura: “Nessun ritardo, si farà”

Il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin ha ribadito che il Ponte sullo Stretto "si farà" perché è un "obiettivo del governo". Sono molti però i dubbi nutriti dalle opposizioni, che lo ritengono un progetto pericoloso sia per l'ambiente che per chi lo percorrerà

Redazione
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L’avvio dei lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina è stata rimandata di altri quattro mesi a causa delle 239 integrazioni indicate dal Ministero dell’Ambiente. Lo ha dichiarato Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina, che ha spiegato inoltre come questi 120 giorni serviranno per effettuare anche delle analisi sul campo. I dubbi, quindi, che il progetto del Ponte possa fermarsi sono stati molteplici, ma sul tema è intervenuto il ministro dell’Ambiente e delle Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Non è un ulteriore ritardo, c’è una richiesta da parte della società del Ponte, di tre mesi per rispondere a quelli che sono stati i quesiti e le osservazioni da parte della commissione” ha spiegato il ministro, per poi chiarire: “È un tema di quarant’anni, non sono i tre mesi quelli che lo mettono in discussione. È solo un elemento di garanzia, trasparenza e di correttezza della procedura“. Quindi il ponte sullo Stretto si farà perché, come ha sostenuto Pichetto Fratin, si tratta di “un obiettivo del governo“.

Le controversie sulla questione, però, continuano ad aumentare e diversi personaggi politici si sono fatti avanti per dire la loro. Se da un lato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ritiene che il Ponte possa essere un valore aggiunto per le infrastrutture del Mezzogiorno, dall’altro il Pd e Avs continuano a nutrire dubbi in merito, ritenendo che i miliardi impiegati per la costruzione del Ponte possano essere utilizzati diversamente, su progetti più specifici e meno impattanti sull’ambiente.

Sbarra: “Ponte sullo Stretto è grande opera strategica

Il Mezzogiorno deve affrontare le grandi priorità determinate dagli investimenti da fare sul sistema dei trasporti” ha dichiarato Luigi Sbarra, sottolineando come “bisogna accelerare gli investimenti del Pnrr e dei fondi strutturali per cui è necessario investire su strade, autostrade, ferrovie, alta velocità, porti e sulla logistica intermodale“. Secondo Sbarra, quindi, “una grande opera strategica come il Ponte sullo Stretto può rappresentare un ulteriore elemento aggiuntivo in grado di determinare processi di crescita e di sviluppo“.

Serve il Ponte e servono anche gli investimenti – ha continuato Sbarra – Per questo pensiamo che bisogna accelerare e smetterla di alzare bandierine ideologiche. Questa formidabile opportunità oggi l’abbiamo davanti a noi con il Pnrr e vorrei aggiungere anche con la Zes unica che può rappresentare una straordinaria opportunità per elevare le condizioni di attrattività degli investimenti nel Mezzogiorno“.

Pd: “Si continua nonostante le obiezioni degli esperti

Annalisa Corrado, responsabile conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030 nella segreteria del Pd, in una nota ha ammesso i suoi grandi dubbi sulla costruzione sullo Stretto di Messina: “Ci si ostina a immaginare l’eco-mostro ‘Ponte sullo stretto’ sulla zona più sismica del Mediterraneo, nonostante le argomentatissime obiezioni di studiosi, docenti universitari, tecnici e associazioni ambientaliste, che ne evidenziano i rischi, i mostruosi impatti negativi e le numerose irregolarità progettuali e procedurali“.

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Annalisa Corrado (Pd)

Secondo la dem i 120 giorni di proroga chiesti dalla Società Stretto di Messina sono un campanello di allarme sulla pericolosità del Ponte. “Per Salvini è tutto normale e si ostina a promettere che i cantieri apriranno entro l’anno. Adesso il nuovo allarme arriva da una relazione tecnica commissionata dal Comune di Villa San Giovanni e che verrà consegnata al ministero dell’Ambiente: il ponte sullo Stretto sarebbe destinato a poggiare su una delle faglie che l’Ispra ha catalogato con rank ‘primary’. Il progetto del ponte di Salvini è fallimentare e pericoloso: lo abbiamo detto fin da subito“.

Orlando: “Il Ponte è un’opera tecnicamente irrealizzabile

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Leoluca Orlando (Avs)

Al coro di indignazione si è aggiunto anche Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra circoscrizione Isole, che ha definito il Ponte sullo Stretto un’opera “che massacra non solo l’ambiente geografico ma anche quello umano con intere deportazioni di migliaia di famiglie“. Una struttura irrealizzabile“, che prevede un costo di “14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente“.

Orlando la definisce, poi, “un’opera faraonica dal sapore coloniale” che utilizza anche “utilizzando un miliardo e mezzo di risorse delle Regioni Calabria e Sicilia“. Il candidato alle Europee, quindi, auspica che “che i governatori della Sicilia e della Calabria la smettano di comportarsi come gli ascari d’Abissinia che si accontentavano di promesse di opere faraoniche e di qualche obolo“.

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