Legionella, allerta diffusione: morto un produttore Rai a Roma

Nuovi casi di legionellosi: a Milano fontane chiuse e sotto esame, e un decesso nell'ospedale Umberto Idi Roma

Redazione
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L’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, più comunemente conosciuta come legionellosi, è tornata a diffondersi sul territorio italiano. Dalla fine di aprile fino a oggi, sono stati registrati diversi casi nella parte meridionale di Milano, mentre nella capitale è deceduta una persona.

A Roma si è registrato un decesso per legionella. La vittima è Maurizio Paffetti, produttore Rai, che era ricoverato da aprile nel Policlinico Umberto I a causa di un malore. Qui, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe contratto la legionella, che lo avrebbe poi portato alla morte. Non sarebbe l’unico caso di legionella nell’ospedale di Roma, che ha avviato un’indagine interna per chiarire gli spostamenti e le dinamiche che hanno portato alla morte di Paffetti.

Legionella, situazione nella zona milanese

È di pochi giorni fa la notizia della diffusione della malattia in provincia di Milano, in particolare nei comuni di Buccinasco e Corsico. Ci sono stati 10 contagiati con vari ricoveri, tra cui uno in rianimazione. I pazienti sono soprattutto persone anziane. Il batterio si trova negli ambienti acquatici, ma si trasmette per via respiratoria con l’inalazione di goccioline contaminate, e non con il consumo diretto dell’acqua.

Il comune di Buccinasco ha deciso di chiudere tutte le fontane pubbliche in via precauzionale, perché considerate probabili fonti del contagio. L’Ats (Agenzie di Tutela della Salute) di Milano sta quindi procedendo con le analisi delle acque delle fontane. Sono state analizzate anche le acque nelle case dei pazienti colpiti, che però non risultano essere infette.

Legionella
Legionella

Il sindaco di Buccinasco dichiara: “L’Amministrazione comunale è in costante contatto con l’autorità sanitaria e comunicherà alla cittadinanza eventuali prescrizioni di Ats: al momento sono state chiuse esclusivamente le fontane ornamentali. Non ci sono rischi per l’acqua potabile, analizzata costantemente”. Decisioni simili sono state prese nel comune di Corsico.

Per capire se si tratta di un’epidemia deve passare qualche giorno, perché l’incubazione della malattia va dai 2 ai 10 giorni. I casi di legionellosi che normalmente vengono registrati ogni anno nell’Ats Milano sono circa 400, e sono tutti casi scollegati. La particolarità dell’ondata milanese di fine aprile-inizio maggio è il fatto che potrebbero essere casi collegati, quindi contagiati dalla stessa fonte, dato che si tratta di un’area circoscritta, quella di Milano sud.

In passato Milano ha già avuto epidemie di legionellosi, nel 2014 e nel 2018 a Bresso. Nel primo caso vennero contagiate 6 persona e una morì, mentre nel secondo caso si ammalarono 52 persone e ci furono cinque morti.

Legionellosi, vigile del fuoco in rianimazione

A fine marzo è stato registrato un caso di legionella a Roma: un vigile del fuoco è stato ricoverato ed è finito in rianimazione. La sede dei pompieri in cui lavora il paziente è stata chiusa in via precauzionale. Il sindacalista Paolo Cergnar dichiara: “A seguito del caso di legionella il comandante ha attivato tutte le procedure previste. Dopo aver disposto il trasferimento dei colleghi in servizio a Tuscolana 2, i controlli di Arpa Lazio hanno accertato un caso di positività nella sede del distaccamento. Non sappiamo se il collega abbia contratto la legionella sul posto di lavoro, al momento si trova grave in ospedale e il nostro unico pensiero é che si rimetta presto”.

Continua:  “Il comandante si è subito attivato in questa fase emergenziale. Ha predisposto i test antigenici per tutti i vigili del fuoco della caserma del Tuscolano. Ha fatto quello che doveva fare immediatamente, ma se ci fosse una prevenzione e una maggiore pulizia questo non sarebbe stato necessario”. 

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