Roccella: “Il femminismo è altro”

Per la ministra della famiglia ciò che è avvenuto ieri agli Stati generali della natalità è stata una censura a tutti gli effetti. Non si è trattato di una contestazione e per questo Roccella ha preteso solidarietà da parte di tutti gli schieramenti politici. Al Corriere della Sera ha poi affermato: "Il femminismo degli anni '70 parlava della maternità come libera scelta"

Redazione
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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella questa mattina ha pubblicato un post su Facebook in cui gridava alla censura. Il riferimento è ovviamente legato a quanto accaduto questa mattina agli Stati Generali della Natalità, il convegno organizzato da Gigi De Palo all’Auditorium della Conciliazione a Roma, di cui la ministra era ospite e in cui avrebbe dovuto intervenire.

Nel momento in cui Roccella ha preso la parola, alcuni giovani presenti tra il pubblico hanno iniziato ad inveire contro di lei, gridando “Vergogna! Vergona!” e pronunciando lo slogan: “Sul mio corpo decido io!“. La ministra ha cercato di portare avanti il suo discorso senza successo, per poi rivolgersi ai suoi contestatori, dicendo: “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno“.

La giustificazione di Eugenia Roccella, però, non ha placato la furia dei giovani, che hanno continuano a gridare i loro slogan, impendendo alla ministra di intervenire al convegno. Dopo un’iniziale pausa di 10 minuti, De Palo ha annunciato la decisione della ministra di lasciare il palco e la possibilità che il suo intervento venga rimandato “in un altro momento, sperando che questo faccia calmare gli animi. Vedremo domani o nei prossimi giorni“.

Roccella: “Il femminismo era altro

La ministra per la Famiglia ha parlato della sua esperienza al Corriere della Sera, nuovamente non disdegnando l’utilizzo della parola censura. “Se mi impedisci di parlare mi censuri, se contesti e dialoghi è diverso, anche se usi toni alti” ha sostenuto Roccella, rivolgendo poi la sua attenzione al presunto deterioramento del femminismo odierno.

Io da femminista ho sempre difeso la 194, ma noi femministe degli anni ’70 parlavamo della maternità come libera scelta” ha dichiarato Roccella, riproponendo nuovamente la teoria per cui l’aborto non sarebbe un diritto delle donne ma una loro semplice libertà. Un confine sottile che separa il significato di questi due termini, su cui la ministra sembrerebbe avere le idee piuttosto chiare.

La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella
La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella

Roccella ha quindi continuato, spiegando: “Non vedo differenze tra il femminismo di oggi e quello che ho vissuto io. Ci sarebbe però bisogno di qualche approfondimento da un punto di vista della sorellanza, della solidarietà tra donne“. E sul comunicato di solidarietà del Pd, Roccella ha voluto ricordare: “È arrivato dopo quello del presidente della Repubblica, ma va bene, io sono comunque contenta quando arrivano“. Sulla possibilità di tornare oggi agli Stati generali della natalità, Roccella ha affermato convinta: “Oggi è il giorno del Papa e per rispetto non voglio fare nulla che possa creare difficoltà“.

Roccella: “Sono certa che la segretaria Schlein avrà parole di solidarietà nei miei confronti

Prima dell’allontanamento di Eugenia Roccella dal palco degli Stati Generali della Natalità, Gigi De Palo aveva cercato di moderare il conflitto in corso tra la ministra e i giovani contestatori, facendo avere un microfono ad una ragazza, a cui è stata data quindi l’opportunità di intervenire al convegno. La giovane ha quindi letto un volantino che trattava di “educazione sesso-affettiva“, parole che secondo lei “non hanno avuto ascolto da nessun ministro“.

La contestatrice ha poi parlato brevemente, dichiarando: “Sui nostri corpi, decidiamo noi. L’attuale governo decide di convocare questo convegno mentre nessuno del governo, in un anno, ha risposte alle nostre richieste. Non ci stiamo alla triade Dio-padre-famiglia“. De Palo ha poi interrotto la giovane, sottolineando che il suo fosse un “monologo” e che il convegno “non è stato organizzato dal governo ma da una fondazione“.

Poco dopo, la ministra per la Famiglia ha utilizzato Facebook per dichiarare il suo sconcerto su quanto accaduto: “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la “stampa militante” che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro“.

Un attacco duro al centrosinistra, che per primo aveva denunciato le censure operate nei confronti dei contestatori del governo Meloni. Per ultimo col caso Antonio Scurati su Rai 3. Oggi, la ministra Roccella si lamenterebbe di essersi trovata dall’altro lato del campo, costretta a rimanere in silenzio e a non poter esercitare il suo diritto di parola. “Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere” ha concluso poi la ministra, ora in attesa di una risposta da parte del Partito democratico.

L’allontanamento dei giovani dal convegno

I circa 50 contestatori, per lo più provenienti dalle scuole superiori di tutta Italia, hanno lasciato il convegno, controllati da un cordone della polizia. Solo dopo il loro allontanamento l’incontro è ripreso.

Eugenia Roccella, però, ha deciso di commentare nuovamente quanto accaduto, spiegando di aver voluto lasciare il convegno “per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura“. La ministra ha poi sottolineato che “neanche questo è stato sufficiente“, perché “anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso“.

Roccella ha quindi dato la sua visione degli eventi, sostenendo che la contestazione avvenuta non fosse rivolta direttamente a lei ma rappresentasse “una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società“. In conclusione, Roccella ha attaccato i contestatori, dichiarando convinta: “Quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta“.

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