Zelensky, sabotata missione russa per eliminarlo: coinvolte due spie ucraine

I servizi di sicurezza russi volevano regalare a Putin l'uccisione di Zelensky per il suo insediamento.

Redazione
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Secondo il Guardian, oggi i servizi segreti ucraini Sbu avrebbero annunciato su Telegram di aver sabotato una missione dei servizi di sicurezza russi (FSB), che mirava a uccidere il presidente ucraino Zelensky e altri individui fondamentali per Kiev. La missione avrebbe dovuto essere un regalo per l’insediamento del presidente russo Vladimir Putin. Coinvolte anche due spie ucraine. Si tratterebbe di due colonnelli del dipartimento per la sicurezza, che sono stati denunciati per tradimento e complicità in un attacco terroristico.

Volodymyr Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

La rete di agenti russi avrebbe cercato di assoldare delle spie tra i militari ucraini che si occupano della protezione del presidente. Questi avrebbero dovuto compiere concretamente il rapimento e poi gli omicidi di Zelensky, del capo dei servizi di sicurezza Malyuk, del capo dell’intelligence Budanov e di altre figure importanti.

La missione, in particolare, consisteva nell’intercettare l’abitazione degli obiettivi, per poi dare il via a diversi attacchi missilistici: prima ce ne sarebbe stato uno, seguito da un attacco con droni, per poi rilanciarne un ultimo per distruggere definitivamente l’area.

Il capo della Sbu, Vasily Malyuk, ha dichiarato che una cerchia ristretta di persone era a conoscenza di questa missione speciale finalizzata a scoprire le spie russe. Per Malyuk la missione russa sarebbe stata ideata per festeggiare l’insediamento di Putin, previsto per oggi. L’omicidio di Budanov sarebbe dovuto avvenire invece prima di Pasqua.

Oggi quinto insediamento di Putin

Putin, guerra in Ucraina
Il presidente russo Vladimir Putin

Il presidente russo ha oggi iniziato il suo quinto mandato presidenziale, che scadrà nel 2030, diventando il leader russo più longevo dai tempi di Stalin. Nella celebrazione al Cremlino Putin ha giurato “di rispettare e proteggere i diritti e le libertà dell’uomo e del cittadino, tutelare la sovranità e l’indipendenza, la sicurezza e l’integrità dello Stato, per servire fedelmente il popolo”. Nella cerimonia erano presenti 2000 persone, esclusi però molti dei leader occidentali. Hanno invece partecipato i rappresentanti di Francia, i rapresentanti di Ungheria, Slovacchia, Grecia, Malta e Cipro.

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