Schlein firma il referendum sul Jobs Act ma il Pd critica: “Poteva farlo prima di Conte”

Elly Schlein si è detta favorevole all'abrogazione del Jobs Act, anche se parte del Pd si è mostrato contrario. Dure le critiche nei suoi confronti, soprattutto da parte di è convinto che la sua mossa possa essere sembrata una necessità di seguire Giuseppe Conte

Redazione
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La segretaria del Pd Elly Schlein non trova pace all’interno del suo partito. Una fronda dei democratici non sembra apprezzare più le sue scelte e le sue dichiarazioni pubbliche e non tenta neanche di nasconderlo. L’ultimo pomo della discordia è stata la firma alla proposta di referendum sul Jobs Act promossa dalla Cgil di Maurizio Landini. “Non potrei fare diversamente – ha dichiarato Schlein – l’abolizione del Jobs Act era un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie l’anno scorso“.

Insomma, per la segretaria è una questione di coerenza, la stessa che la spinge a ergersi al di sopra di Giorgia Meloni e della maggioranza. Dopo un anno dalla sua elezione, Schlein continua a cercare di non perdersi e soprattutto di non tradirsi, rischiando però di scontentare parte dei suoi colleghi. Anche in questo caso il Pd si è spaccatotra chi firmerà e chi non lo farà“, ma sembra che la maggior parte dei democratici per ora stiano ancora dalla parte dell'”astro nascente del Pd“.

Matteo Renzi
Matteo Renzi, leader di Iv

Ovviamente critico Matteo Renzi, fautore della riforma del Jobs Act, che ha ribattuto alla firma di Schlein: “La segretaria firma per abolire una legge voluta e votata dal Pd. Finalmente si fa chiarezza. Loro stanno dalla parte dei sussidi, noi dalla parte del lavoro“. Stavolta è d’accordo anche Carlo Calenda, che ha accusato Schlein di aver commesso un “gravissimo errore” e si essersi “appiattita sulle battaglie ideologiche e politiche di Landini“.

Schlein accusa di non “pensare al futuro” e di seguire ciecamente Conte

Come sempre, le decisioni di Elly Schlein mettono in subbuglio l’intero partito. Stavolta la scissione è avvenuta tra chi ritiene la possibile abrogazione del Jobs Act una scelta saggia e chi invece non ha intenzione di tradire gli ideali di partito di un decennio fa. Tra i più critici c’è Marianna Madia, che ha parlato di “damnatio memoriae” e di “referendum sul passato“, per poi attaccare duramente la segretaria dem: “Se proprio voleva fare questa forzatura, poteva muoversi prima di Conte“.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte, leader del M5S

Quindi, nel partito si teme che la decisione di Elly Schlein possa essere dettata non da una sua reale convinzione, ma dalla necessità di riavvicinarsi al Movimento 5 Stelle e di allinearsi alle decisioni del centrosinistra. Il leader pentastellato, infatti, aveva firmato il referendum della Cgil già a Portella della Ginestra, seguito poi da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs. All’appello, perciò, mancava solo Schlein.

Anche Alessandro Alfieri ha rivendicato uno sguardo al futuro piuttosto che uno al passato, dichiarando di “pensare a ciò che ci unisce, parliamo di salario minimo“. Della stessa opinione anche il coordinatore di Energia Popolare Piero De Luca, che ha sottolineato: “Io sarò tra quelli che non firmeranno il referendum sul Jobs Act. Noi abbiamo sempre considerato più utile guardare avanti e concentrarci sulle cose utili a migliorare le condizioni dei lavoratori“.

Schlein e il rilancio con il salario minimo

La segretaria del Pd era però consapevole dei malumori che la sua scelta avrebbe provocato all’interno del partito ed ha risposto alle richieste di più temi futuri e soprattutto europei con la proposta del salario minimo. “Adesso il Pd è impegnato nella campagna per le Europee e amministrative – ha ricordato Schlein e nella raccolta firme per il salario minimo, una battaglia di civiltà. Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma è sfruttamento e non può essere legale“.

Schlein, per ora, sembra cercare di barcamenarsi tra la necessità di fare i conti con il passato per chiudere definitivamente la stagione renzianae la necessità del partito di lanciarsi nel futuro, con proposte nuove e adatte ai tempi dell’oggi e del domani.

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