Paul Auster, la moglie: “Derubati della libertà di annunciarne la morte”

La vita delle persone famose solitamente è molto diversa rispetto a quella di tutte le altre, eppure non verrebbe mai da pensare che persino nella morte possano esserci delle differenze. Amici e parenti di Paul Auster non hanno appreso la notizia della sua morte dalla moglie, ma da un articolo di giornale

Gian Luca Giosue
5 Min di lettura

La morte dello scrittore americano Paul Auster, avvenuta il 30 aprile all’età di 77 anni, ha suscitato un’ondata di commozione tra i suoi lettori e ammiratori in tutto il mondo. Nonostante l’ondata di affetto arrivata alla sua famiglia, la moglie di Auster, la scrittrice Siri Hustvedt, ha espresso il suo disappunto per come la notizia della morte del marito è stata gestita dai media, sottolineando un senso di privazione della dignità familiare in un momento così delicato.

La rabbia di Siri Hustvedt

Hustvedt ha espresso la sua frustrazione attraverso un post su Instagram, rivelando di sentirsi “derubata” della possibilità di annunciare la morte di Auster in modo privato e personale. “Sono stata ingenua, ma avevo immaginato che sarei stata io ad annunciare la morte di mio marito“, ha scritto Hustvedt. “È morto con noi, la sua famiglia. Qualche ora dopo ho scoperto che ancor prima che la salma fosse portata via da casa, la notizia della sua morte circolava sui media ed erano stati pubblicati necrologi“.

Il New York Times è stato il primo a dare la notizia della morte di Auster, citando come fonte un’amica di famiglia e giornalista americana, Jacki Lyden. Tuttavia, Hustvedt non ha fatto un diretto riferimento a Lyden o al giornale, ma ha espresso il suo rammarico per non essere riuscita a informare personalmente le persone care prima che la notizia si diffondesse attraverso i media. 

Paul Auster e Siri Hustvedt
Paul Auster, la moglie: "Derubati della libertà di annunciarne la morte" 3

Non dimentichiamo che dietro le nostre invenzioni tecniche e i social media ci sono gli esseri umani, che i difetti appartengono a noi, non alle macchine, per quanto la tecnologia aiuti la semplificazione.” Ha affermato la scrittrice criticando chi aveva esposto la notizia della morte del marito “Una macchina non ha urlato la notizia della morte di Paul prima che io o nostra figlia avessimo detto una parola al riguardo. Una persona, delle persone hanno fatto questo.In risposta alle parole di Hustvedt, molti hanno espresso solidarietà e compassione, riconoscendo il suo diritto a gestire il dolore della perdita in modo privato e personale.

Paul Auster: il rispetto della dignità del dolore

Il dolore per la perdita di una persona cara è uguale per tutti e il rispetto per quella sofferenza dovrebbe essere sempre garantito. La tristezza espressa da Hustvedt sul modo in cui è stata gestita la notizia della morte di Auster, evidenzia una trasformazione del valore attribuito al dolore altrui. Non più qualcosa da trattare con delicatezza, ma una notizia bomba da diffondere il più possibile, da esporre al pubblico.

Una notizia fredda e sterile, che soprattutto non rappresentava il modo in cui Siri Hustvedt intendeva esporla, non con dati generici sulla vita dello scrittore, come riportato dal New York Times, ma su un racconto reale e sincero dei suoi ultimi momenti di vita. La forte testimonianza di una vita tridimensionale che riesce ad emozionare anche nel momento in cui si spegne. 

È morto a casa, in una stanza che amava, la biblioteca, una stanza con libri su ogni parete dal pavimento al soffitto, ma anche alte finestre che lasciavano entrare la luce. È morto con noi, la sua famiglia, attorno a lui il 30 aprile 2024 alle 18:58.” scrive la Hustvedt in uno straziante post su Instagram, raccontando gli ultimi istanti di vita del marito. “Paul ne aveva avuto abbastanza (della sofferenza). Ma non diede mai, né con le parole né con i gesti, alcun segno di autocommiserazione. Il suo stoico coraggio e il suo umorismo fino alla fine della sua vita sono per me un esempio. Ha detto più volte che gli sarebbe piaciuto morire raccontando una barzelletta. Gli ho detto che era improbabile e lui ha sorriso.”

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