La riforma dell’Autonomia è approdata alla Camera dove, ieri, l’opposizione ha mantenuto la promessa proclamata sabato scorso da Chiara Braga (Pd): “Daremo battaglia“. “Pericolosa e sbagliata“, così il Pd ha definito la riforma voluta dalla Lega, sventolando in aula decine di bandiere tricolore. “Questo è l’unico simbolo che ha diritto di essere presente qui, non simboli di chi vuole utilizzare questo posto per vendere agli italiani la riforma dell’Autonomia“, tuona ancora la dem Chiara Braga.
Le opposizioni non hanno ancora perdonato lo “strappo” istituzionale verificatosi lo scorso venerdì in Commissione Affari Costituzionali, dove la maggioranza ha indetto una seconda votazione sull’emendamento presentato dal M5S, che avrebbe tolto la parola Autonomia dal primo articolo della riforma. Secondo il Movimento, l’emendamento era già stato votato il mercoledì precedente, ottenendo 10 voti favorevoli e 7 contrari. La maggioranza era quindi andata sotto e il Presidente della Commissione, Nazario Pagano, si sarebbe rifiutato di proclamare il risultato, rendendolo ufficiale. Così venerdì l’emendamento è stato votato nuovamente e ovviamente bocciato.
La discussione sulla riforma ha però proseguito il suo sprint finale, nonostante le rimostranze delle opposizioni. In Aula, poi, la situazione è diventata incandescente con le accuse di Elly Schlein rivolte direttamente al premier Meloni e alle sue ultime dichiarazioni sulle elezioni europee. “Non c’è un programma politico né una visione di Europa nel discorso di Giorgia Meloni“, tuona la segretaria dem, decisa a criticare anche la scelta del voto col nome di battesimo.
Le accuse di Schlein a Meloni
“Giorgia Meloni? Sotto il nome niente” ha dichiarato aspra Elly Schlein, decidendo di attaccare il premier, utilizzando le presunte falle nel suo programma elettorale. Nulla di fatto, né di preparato, solo belle parole, queste in sostanza le accuse della segretaria dem. Meloni aveva però già confermato: “Non sprecherò un minuto per la campagna elettorale delle Europee“. Uno smacco intollerabile secondo Schlein, la quale ha anche dichiarato di auspicare che “il duello tv si faccia“.
Un momento catartico per entrambe, che potranno attaccarsi liberamente senza alcun intermediario di partito. Non è chiaro però se lo scontro avverrà veramente e per ora Schlein dovrà accontentarsi di questi fugaci momenti per attaccare il Presidente del Consiglio. “Giorgia nel Paese delle meraviglie” prosegue Schlein per poi affondare: “Sotto l’annuncio del nome nasconde i tagli alla sanità e l’ostilità verso un salario minimo che non vuole convincersi a garantire ai 4 milioni di lavoratori poveri di questo Paese“.
Secondo Schlein, Giorgia Meloni “è al governo ma fuori dalla realtà“. Una frase che ha scatenato il caos all’interno della Camera, dove stava per iniziare la discussione sull’Autonomia differenziata. Una riforma spinosa, su cui Schlein ha ovviamente avuto da ridire: “Dobbiamo bloccare la scelta folle dell’Autonomia differenziata“.
Autonomia, il M5S: “Meloni ha deciso di svendere l’Italia a Salvini“
Incandescenti anche le accuse del M5S nei confronti della riforma dell’Autonomia. Secondo Giuseppe Conte, leader pentastellato, il premier avrebbe “svenduto l’Italia a Salvini pur di avere i pieni poteri col premierato“. Conte non si è trattenuto in Aula ed ha accusato i leader di FdI e della Lega di comportarsi come dei bambini, che “si scambiano riforme come fossero figurine Panini“.
A pagarne le conseguenze, però dice Conte, sono i cittadini “che abbandonano il Sud e subiscono tagli su ospedali, diritti e servizi già di Serie C. Da patrioti a secessionisti è un attimo“. A scaldare ancora di più gli animi è stata la decisione della leghista Simona Bordonali di presentarsi in Aula con una maglia verde, recante la scritta: “Il vento del nord“. Le opposizioni sono insorte ed è intervenuto il Presidente della Camera Lorenzo Fontana a calmare le acque: “Stavo attendendo di dire alla Bordonali di coprirsi, grazie alla segnalazione fatta dall’opposizione, siamo intervenuti“.
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