Giorgio Armani: rappresentatore sociale del corpo reale

Giorgio Armani, uno stilista che ha permesso di rappresentare nella società un corpo reale tramite quelli che sono i mezzi del sesto senso, dell'interiorità e dell'egoismo carrierista

Margherita Valigi
11 Min di lettura

Nella società odierna, il corpo umano è divenuto più che mai uno specchio della propria identità e un veicolo attraverso cui esprimersi ed affermare la propria appartenenza a determinati gruppi sociali. Inevitabilmente, si tratta di un “meccanismo” che si sviluppa nelle sue massime capacità anche grazie all’esistenza della moda e viceversa. Giorgio Armani, in questo contesto, è riuscito ad assumere un ruolo principale nella rappresentazione sociale del corpo, grazie alla sua naturale capacità di creare un’immagine elegante e sofisticata attraverso le sue innovative creazioni.

La sociologia in Armani

Nella sociologia dei processi culturali, la rappresentazione sociale del corpo reale è l’insieme di idee, valori, atteggiamenti e norme che la società ha riguardo alla percezione e all’interpretazione del corpo umano. Ci si concentra, di fatto, sul modo in cui il corpo viene rappresentato e percepito nella società, e su come questa rappresentazione influisca, direttamente o indirettamente, sulla vita delle persone.

Erving Goffman, ad esempio, è tra i sociologi che ha esplorato e indagato sul come le percezioni del corpo influiscano sulle relazioni interpersonali. Ogni individuo rappresenta se stesso attraverso un insieme di comportamenti e di segni, così da dare un’immagine di sé positiva agli altri. Questi comportamenti costituiscono una vera e propria “performance”, che viene valutata e giudicata dal pubblico osservante. In questo modo, la persona cerca di controllare la propria immagine pubblica e di mantenere una sorta di coerenza tra la propria identità e la rappresentazione che ne dà agli altri.

L’essere umano si è, da sempre, rappresentato nella società in diversi modi e tramite differenti mezzi. La Moda è un fatto sociale e Giorgio Armani è uno degli stilisti che ha avuto un maggior impatto diretto sulla società, tanto da poterlo calare nella sociologia.

I design e la filosofia che vivono nella moda dello stilista piacentino hanno svolto un ruolo significativo nel plasmare gli atteggiamenti culturali nei confronti del sistema moda e del concetto di bello. Rendendo popolare un’estetica minimalista ed elegante, Armani ha contribuito a definire standard di gusto e stile che hanno disegnato la via da perseguire per Alta Moda e moda tradizionale. Il suo successo come designer e dirigente d’azienda, lo ha reso un simbolo di ricchezza, potere e status, che possono essere chiaramente analizzati e definiti in termini di stratificazione sociale e significato culturale dei beni di lusso.

Mantenendo in mente una interpretazione sociologica, nella comunicazione della Maison Armani sono riconoscibili alcune tipologie di rappresentazione sociale del corpo, come quella del sesto senso, dell’interiorità e dell’egoismo carrierista.

Rappresentazione del sesto senso all’Armani e alla Aldo Fallai

Aldo Fallai
Aldo Fallai

La rappresentazione del sesto senso si riferisce all’idea dei pensieri, dei sentimenti e delle esperienze soggettive interiori di un individuo. Delineato come coscienza soggettiva o introspettiva, questo è visto come separato dal mondo oggettivo e osservabile.

Per scattare la maggior parte delle campagne della prima linea di abbligliamento del Gruppo, la Maison Armani, dalla metà degli anni ’70 ai ’90, si è affidata al fotografo Aldo Fallai. Attraverso la propria fotografia, egli riflette un’attenzione particolare per le questioni sociali e culturali, e può essere declinata come un mezzo per esplorare e rappresentare la realtà.

Tuttavia, è possibile analizzare il lavoro e l’arte di Fallai parafrasando anche attraverso la sociologia della rappresentazione visiva e del potere simbolico dell’immagine. I suoi scatti, infatti, sono raffigurazioni della percezione individuale della realtà e di conseguenza della società, stimolando e sfiorando la memoria, la nostalgia e il tempo. Aldo Fallai è stato, inoltre e non banalmente, dotato di interpretare la spiritualità di Giorgio Armani, di leggerne, tradurne e di metterne in scena l’essenza.

Il procedimento “sentimentale” dello straordinario fotografo, è stata una traslitterazione del sesto senso in spiritualità, considerando il primo come una percezione extrasensoriale associata all’intuizione, lavorando poi in termini di emozioni, riuscendo a raggiungere quella che è la comunicazione per spiritualità ed essenza propria di Giorgio Armani.

E’ tutta questione di interiorità personale

Armani/Silos
Armani/Silos

Considerando il corpo in rapporto con i valori, la rappresentazione dell’interiorità si concentra sul modo in cui la vita interiore viene ritratta e percepita. La sociologia si impegna nell’individuare le norme culturali e sociali che la giovernano come la percezione dei pensieri, dei sentimenti e della personalità.

Giorgio Armani anche in questo caso è al limite della perfezione. Ha ritratto l’interiorità personale e del brand e permette di studiarla grazie alla costruzione dell’Armani/Silos, che non a caso è stato progettato da Tadao Ando. In architettura, dare forma all’interiorità consiste talvolta nella creazione di spazi che riflettono o incoraggiano la riflessione interiore o la meditazione introspettiva. Tadao Ando è un architetto giapponese che, influenzato dalla filosofia Zen, è noto per la sua eccezionale dote di creare spazi architettonici che esplorano la relazione tra l’interiorità, l’individuo e l’ambiente esterno.

La sua architettura è difatti descritta come “spazialmente meditativa”, divenendo un mezzo per creare una connessione profonda e diretta tra l’individuo e la natura. Una connessione che può essere raggiunta attraverso la costruzione di spazi che evocano una sensazione di pace e armonia. Nei suoi inconcepibili progetti, Ando sviluppa una tecnica unica di progettazione attraverso l’utilizzo di luci, texture e forme, plasmando ambienti che stimolano la riflessione e la contemplazione. Cemento, pietra e legno, sono solo alcuni dei materiali che conciliano in sé eleganza e semplicità, includendo anche elementi naturali come piscine e giardini, si raggiunge una completa stimolazione della connessione visiva con l’ambiente esterno.

Quello di Tadao Ando è un obiettivo finale che prevede di modellare atmosfere capaci di aiutare la persona a raggiungere una maggiore conoscenza di sé e della sua relazione con il mondo esterno. Tale approccio è puramente concretizzato nella costruzione dell’Armani/Silos, la struttura ospitante la mostra permanente dell’archivio di Giorgio Armani. Si tratta, difatti, di una costruzione imponente e monumentale, presentando un’architettura descritta come un’interpretazione unica della riflessiva tradizione giapponese.

Il design minimalista, basato sull’utilizzo di cemento e vetro, con una facciata esterna caratterizzata da una forma semplice ma rigorosa, suona una calma e tranquilla atmosfera, insieme all’interno illuminato dalla luce naturale. Le pareti curve e le superfici lisce suscitano un senso di accoglienza anche a livello introspettivo.

Egoismo carrierista firmato Giorgio Armani

Power Suit Armani
Power Suit Armani

La vita è fatta di relazioni infinite che ricoprono legami di ogni specie, come quello tra il corpo e i comportamenti, in cui Giorgio Armani riveste la tipologia descritta come egoismo carrierista. L’egoismo per definizione è l’atto di preoccuparsi dei propri interessi e desideri, spesso escludendo gli altri. Sebbene questo concetto sia talvolta considerato in un’accezione negativa, può in verità essere un aspetto naturale del comportamento umano e dell’autoespressione.

E’ un fenomeno che è stato a lungo analizzato e teorizzato da diversi sociologi, affrontando i temi del lavoro, del successo e delle relazioni sociali. Max Weber, in particolare, ha esplorato la connessione tra successo professionale e ascensione sociale. Da qui, l’egoismo carrierista può essere analizzato come un modello di comportamento che si concentra sul successo professionale e finanziario a discapito di altri valori sociali, quali la famiglia, le relazioni interpersonali e la salute.

Questo atteggiamento è spesso motivato da un desiderio di successo: potere e denaro. A lungo termine, si tratta di un atteggiamento che può avere risvolti negativi come la depressione e lo stress, compromettendo la qualità della vita personale. Esattamente tutti gli ingredienti per intraprendere la vita degli anni ’80 a Milano, si fa per dire.

In quegli anni, in cui si avvicinava la fine del Millennio, il fenomeno sta acquisendo rilevanza in diverse società industrilizzate del mondo. Un periodo id grandi cambiamenti e di crescita economica, in cui l’esaltazione del successo e del benessere era motivata dalle opportunità economiche, dalle aspettative culturali e dal successo personale. Di conseguenza, si era giunti ad una maggiore enfasi sul lavoro e ad un impatto inevitabile sul modo in cui le persone vivevano e lavoravano.

Un comportamento primigenio del contesto socio-economico e culturale del decennio. E’ stato criticato come una eccessiva manifestazione dell’individualismo e dell’ossessione per il denaro e il potere, ma al contempo, è stato riconosicuto come un modo per ottenere un successo e un benessere economico nonché professionale attraverso il duro lavoro e l’ambizione, senza preoccuparsi degli “effetti collaterali” che questo può avere.

In questo fiorente contesto, Giorgio Armani ha scovato una miniera. La sua immagine e il suo immaginario di stile di vita elegante e sofisticato rappresentavano propriamente il successo e il potre, cavalcando l’onda del businessman di Wall Street con il suo legendario ed iconico power suit. Armani aveva creato l’immagine dell’élite basata sul desiderio di avere il controllo sulla propria carriera e vita. Una rappresentazione che si rifletteva anche sulla scelta dei modelli, della produzione pubblicitaria e nelle campagne marketing.

In un certo senso, la Maison Armani ha partecipato alla costruzione sociale delle aspettative e dei valori legati all’egoismo carrierista, facendo leva sulla cultura dell’individualismo e della competizione per il successo professionale. Il tutto vestendo un completo Giorgio Armani.

Una Maison che ha permesso di rappresentare nella società un corpo reale tramite quelli che sono i mezzi del sesto senso, dell’interiorità e dell’egoismo carrierista.

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