Catania, moglie del boss picchiata e minacciata: “Quando esco dal carcere ti stacco la testa”

Il boss di Catania, dopo 4 anni dalla scarcerazione per omicidio e associazione mafiosa, è tornato in carcere con l'accusa di "maltrattamenti famigliari". Violenze brutali, minacce di morte e insulti continui hanno convinto sua moglie a denunciarlo ai carabinieri, i quali hanno disposto l'arresto

Redazione
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Un 62enne uscito di carcere nel 2020 dopo aver scontato una pena detentiva di 30 anni con le accuse di omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere, associazione di stampo mafioso e rapine, è tornato nuovamente nel carcere di Catania per aver commesso “maltrattamenti in famiglia“. Ad incastrare l’uomo la denuncia e la testimonianza della moglie, esausta delle vessazioni, delle violenze e degli insulti del marito, indicato come uomo d’onore di Cosa Nostra etnea.

Il 62enne, oltre a picchiare e insultare la moglie a seguito della scarcerazione, l’avrebbe anche più volte minacciata di morte durante la sua permanenza in carcere. Le “colpe” della vittima avrebbero riguardato la sua incapacità di essere una “buona moglie” e di adempiere adeguatamente ai doveri di compagna di un boss. Colpe che la donna doveva espiare tramite continue violenze, sia fisiche che psicologiche, durate probabilmente per tutta il matrimonio.

A convincere la donna a chiedere finalmente aiuto è stato l’ultimo litigio, avvenuto stavolta tra il 62enne e uno dei figli della coppia. La donna, decidendo di cercare di placare la furia del marito, anche per proteggere l’incolumità di suo figlio, sarebbe intervenuta e per questo sarebbe stata brutalmente picchiata, presa per il collo e buttata fuori di casa insieme al ragazzo. Il 62enne poi, non ancora soddisfatto, l’avrebbe più volte chiamata minacciandola di morte e minacciando anche di uccidere i suoi figli. La vittima avrebbe quindi deciso di rivolgersi ai carabinieri che hanno immediatamente fermato l’uomo, che ora è tornato in carcere.

Catania, le violenze subite dalla vittima

Il 62enne, tornato in carcere dopo appena quattro anni di libertà, avrebbe da sempre trattato la moglie con poco rispetto, esigendo da lei un comportamento servile e ubbidiente. Dal carcere l’uomo pretendeva cospicui versamenti di denaro, così come visite frequenti e durature da parte della moglie. Nel momento in cui questa non adempiva alle richieste iniziavano le telefonate minatorie. “Appena esco di qui ti stacco la testa e la metto in strada per farla vedere a tutti i telegiornali” le avrebbe detto una volta.

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Il boss è tornato in carcere con l’accusa di “maltrattamenti famigliari”

Continui insulti e minacce che, al momento della scarcerazione e del ritorno al tetto coniugale, si sono trasformati in continue violenze e richieste di attenzioni morbose. La donna, spesso, doveva rimanere sveglia tutta la notte per far compagnia all’uomo che soffriva di insonnia, oppure doveva obbligare amici e parenti a donargli soldi e terreni. Richieste a cui spesso la donna non ubbidiva, scatenando così la furia violenta del marito. La donna avrebbe raccontato diversi terribili episodi ai carabinieri di Catania che si sono occupati del caso.

In occasione delle festività natalizia, dopo che la donna aveva osato dire “basta” alle richieste del marito, quest’ultimo l’avrebbe afferrata e trasportata in strada, davanti a un bar. Lì le avrebbe sputato in faccia per imbarazzarla e dimostrarle chi era l'”uomo d’onore“. Spesso la vittima veniva picchiata con delle stampelle o con altri oggetti che l’uomo poteva trovare in casa. Neanche il trasferimento a casa delle sorella l’ha salvata dalla follia del marito, che continuava a tempestarla di telefonate minatorie.

Di fronte ai racconti della donna e alle prove raccolte durante le indagini, i carabinieri di Catania non hanno potuto far altro che arrestare il 62enne, che ora dovrà rispondere delle sue accuse davanti al giudice.

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