Un detenuto di origini cinesi di soli 36 anni si è tolto la vita nel carcere di Regina Coeli, dopo appena un mese di reclusione. “Si è impiccato alla terza branda del letto a castello nella solita settima sezione, quel porto di mare di arrestati, isolati, puniti, separati, dove l’anno scorso se ne sono ammazzati quattro” ha testimoniato Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, in un post su Facebook.
Un post necessario a non far dimenticare la vita di queste detenuto di Regina Coeli, conclusasi terribilmente all’interno di una cella, solo e disperato. Si tratta del 32esimo detenuto che nel 2024 si è tolto la vita in carcere. Trentadue persone, in carcere per motivi diversi, tutti accomunati dalla disperazione di quella condizione, dove oltre a mancare la libertà manca anche il respiro. Il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia non è una novità e le condizioni di vita dei carcerati a volte sono disumane.
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Mancano psicologi e terapisti che possano aiutare i detenuti nel loro percorso, che non deve essere fatto solo di punizioni e privazioni ma anche di crescita. Nelle carceri italiane, però, a volte il suicidio sembra un’opzione migliore di quella che prevede il continuare a vivere ogni giorno lo stesso incubo. “Non posso che ripetere le parole del presidente Mattarella – scrive ancora Anastasìa – servono risposte urgenti, contro il sovraffollamento, per condizioni di vita umane e dignitose, l’unico modo per contrastare la piaga dei suicidi in carcere“.
Regina Coeli, 21enne suicida in isolamento nel 2023
Un caso emblematico delle morti in carcere si è verificato lo scorso anno proprio a Regina Coeli. Un ragazzo di soli 21 anni si è tolto la vita dopo aver passato due interi mesi in isolamento. Il motivo? Era affetto da scabbia. Una malattia terribile che lo tormentava insieme alla solitudine, che infine lo hanno portato a compiere il gesto estremo.
Una vita intera davanti, un lungo periodo in cui redimersi e magari poter iniziare un nuovo percorso, dove non sarebbe più servito rubare e compiere altre illegalità. Tutto è finito all’interno di quella cella di isolamento, dove il 21enne ha chiuso gli occhi per sempre. Quando è stato trovato aveva sul corpo i segni rossissimi dovuti alla malattia, che ora però non lo tormenterà più.
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