“L’aborto è un omicidio”, la frase della vicedirettrice del Tg1 scatena nuove polemiche – VIDEO

Le parole di Incoronata Boccia hanno sorpreso l'opinione pubblica; non tanto per il contenuto già sentito da parte di vari esponenti politici, ma soprattutto a causa del ruolo che ricopre all'interno del telegiornale principale del paese: ruolo che richiederebbe un certo livello di neutralità rispetto alle opinioni politiche del governo

Redazione
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Le dichiarazioni della vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, durante la trasmissione televisiva Che sarà su Rai 3 hanno scatenato una forte reazione pubblica e politica. Nel corso della puntata, Boccia ha definito l’aborto come “omicidio“, affermando che la società sta scambiando un crimine per un diritto. Queste parole hanno immediatamente generato una tempesta di critiche sui social media e hanno portato a reazioni indignate da parte di esponenti politici, in particolare del Partito Democratico.

Le reazioni dei politici del PD non si sono fatte attendere. La senatrice Cecilia d’Elia e la deputata Chiara Braga hanno condannato fermamente le dichiarazioni di Boccia, definendole “offensive per le donne e le leggi“. D’Elia ha accusato la Rai di seguire un’agenda politica, mentre Braga ha sollevato dubbi sulla idoneità di Boccia a ricoprire il ruolo di vicedirettrice del principale telegiornale del Paese.

L’aborto è un delitto: opinione personale o schieramento politico della Rai?

La giornalista ha espresso la sua opinione in un momento di tensione politica sull’argomento, scatenato dal recente emendamento della maggioranza di centrodestra che riguarda l’accesso alle organizzazioni pro-life nei centri e ambulatori, oltre alle critiche dell’opposizione riguardo all'”uso politico” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per rendere l’aborto più difficile per le donne. Boccia ha sottolineato il timore diffuso nel definire l’aborto come omicidio, anche da parte della classe politica, arrivando a citare le parole di Madre Teresa di Calcutta. “Quando le hanno conferito il Nobel per la pace, alla domanda su quale fosse il pericolo più imminente rispose ‘l’aborto’, non ‘la guerra'”.

Le critiche non si sono limitate alla sostanza delle dichiarazioni di Boccia, ma hanno sollevato anche dubbi sull’etica giornalistica e sul ruolo della Rai come servizio pubblico. In particolare, le parole della vicedirettrice del Tg1 hanno portato a interrogativi sulla neutralità e l’equilibrio nell’affrontare argomenti così sensibili e controversi, specie se concordi alla linea politica del governo.

Braga ha sottolineato la necessità di un chiarimento da parte della stessa Boccia e dei vertici Rai, evidenziando una presunta discrepanza tra le azioni della rete pubblica e i valori sanciti dalla legge italiana: Il diritto all’aborto non si trova all’interno della costituzione italiana come in quella francese, ma è garantito dalla legge del nostro paese, e pertanto, indipendentemente dalle opinioni personali di ciascuno, non è possibile definirlo “delitto“, specie se si ricopre un ruolo importante all’interno di uno dei mezzi di informazione principali d’Italia.

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