Mattarella: “Errore boicottare Università israeliane”

Il Capo di Stato invita a una riflessione più approfondita: Lo scambio di cultura e idee deve essere preservato in ogni caso, poiché ostacolarlo sarebbe controproducente

Redazione
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Interrompere i legami con le università israeliane non porterebbe vantaggi a nessuno, neanche ai palestinesi e alle loro cause: Sergio Mattarella sottolinea questo punto in mezzo alle manifestazioni contro gli scambi culturali con Israele e il recente divieto di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele.

Studenti e docenti in 25 università hanno protestato contro questo divieto con assemblee, sit-in e flashmob, anche di fronte al ministero degli Affari esteri. Tagliare i legami culturali con istituzioni scientifiche israeliane (come hanno già fatto l’Università di Torino e la Normale di Pisa) è considerato dai manifestanti una risposta agli eventi nella Striscia di Gaza. Tuttavia, il presidente invita a una riflessione più approfondita. Ritiene che lo scambio di cultura e idee debba essere preservato in ogni caso, poiché ostacolarlo sarebbe controproducente. Ha ribadito questo concetto chiaramente durante un discorso a Trieste, presso l’Università, dove ha ricevuto una laurea honoris causa insieme all’ex presidente sloveno, Borut Pahor.

Durante la sua lectio magistralis, incentrata sul lungo e accidentato percorso di pace con la Slovenia, Mattarella ha sottolineato il ruolo delle università come luoghi di libero dibattito, critica e dissenso contro il potere. Ha avvertito che interrompere questo scambio danneggerebbe la causa stessa e favorirebbe il potere, indebolendo il dibattito critico e il dissenso. Ha concluso che la chiusura e la limitazione della visione sono tipiche dei regimi autoritari.

Il presidente non lancia una reprimenda agli studenti, ma un appello a mantenere la protesta nei limiti della civiltà. La ministra dell’Università e della Ricerca è d’accordo con Mattarella, così come il rettore di Trieste, Roberto Di Lenarda. Alcuni studenti hanno applaudito il presidente all’uscita dell’università, dimostrando che il suo messaggio è stato recepito. Tuttavia, il focus della cerimonia triestina è stato sull’impegno per la pace e sulla responsabilità di costruirla, iniziando dai vicini. Italia e Slovenia hanno offerto un ottimo esempio, non dimenticando il passato ma cercando di costruire una memoria condivisa.

Un esempio di questa memoria è la Giornata del Ricordo, istituita nel 2004 per commemorare le sofferenze delle popolazioni istriane, giuliane e dalmate. Allo stesso tempo, Mattarella sottolinea l’importanza di rispettare il dolore degli altri, ricordando che nel 1941 gli aggressori in Slovenia furono il Terzo Reich e il Regno d’Italia, nazisti e fascisti uniti contro le popolazioni del Regno di Jugoslavia. Superare le tensioni ha richiesto grande impegno, culminando in un atto simbolico di riconciliazione: il 13 luglio 2020, quando Mattarella e Pahor hanno visitato insieme la Foiba di Basovizza e il monumento in memoria dei fucilati sloveni, per ribadire l’impegno contro l’orrore del passato.

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