Migranti, il Consiglio Ue approva il patto: più aiuti per i Paesi di primo approdo

Il pacchetto di aiuti prevede supporti economici per i Paesi di primo approdo, che si ritrovano a gestire in solitudine le ondate di migrazioni

Redazione
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Dopo ben otto anni di trattative, lo scorso 10 aprile a Bruxelles il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo: una riforma che ridefinisce le regole per la gestione interna dei flussi di migranti e introduce regole più ferree alle frontiere, ma che non supera le disposizioni di Dublino. Oggi, il Consiglio Ue ha dato il via libera definitivo al pacchetto legislativo, senza discussione tra i ministri. Tale Patto ha animato gli animi dei partiti italiani, a partire dalla Lega che accusa l’Europa: “L’Italia è stata lasciata sola“.

Una linee più moderata è quella adottata da Fratelli d’Italia e Forza Italia, che hanno poggiato il Patto. La compattezza dell’esecutivo italiano si è nuovamente sgretolata davanti tutta Europa. “Il Parlamento europeo approva, per una manciata di voti, il patto sull’immigrazione. Una proposta deludente che non risolve in alcun modo il problema dei flussi illegali e clandestini lasciando sola l’Italia, ancora una volta” ha commentato il leader del Carroccio, Matteo Salvini.

Migranti: cosa prevede il Patto

Il Patto sui migranti favorisce un maggiore equilibrio tra responsabilità – da parte dei Paesi di primo approdo – e solidarietà da parte degli altri Paesi. Dall’approvazione, la Nazione di primo approdo dovrà raccogliere la domanda di asilo, gestire la persona e la pratica in tempi rapidi, ma potrà contare sull’aiuto degli altri, o in termini ricollocamenti o contributi finanziari. In particolare, chi arriva da un posto del mondo non disastrato e non ha diritto alla protezione dell’Ue verrà rimpatriato in tempi rapidi.

Tutti i Paesi dovranno contribuire. Di fatto, potranno scegliere se farlo accogliendo o pagando (20 mila euro a migrante) ma non esisterà alcuna quota obbligatoria. Il punto cruciale sarà far attuare tali norme, complesse a livello tecnico. I 27 avranno due anni di tempo per farlo. Ai Paesi di primo ingresso, come l’Italia, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha assicurato che d’ora in poi “non saranno più soli. L’Europa migliore è l’Europa che si muove unita“. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha poi aggiunto: “È un giorno storico“.

Migranti: le critiche

Parole dure quelle espresse dall’ungherese Viktor Orban, che insieme alla Polonia a trazione sovranista aveva votato contro il Patto: “L’unità è morta, i confini sicuri non ci sono più, è un altro chiodo nella bara dell’Unione Europea“. In Italia, la situazione è altrettanto critica, ad eccezione del ministro Piantedosi e del vicepremier Antonio Tajani. Il primo afferma: “Il Patto tiene contro delle nostre esigenze“, mentre il ministro degli Esteri sottolinea: “È il miglior compromesso possibile, l’Italia ha avuto un ruolo importante come anche il Ppe“.

Critiche dure arrivano dal Movimento 5 Stelle e Lega. Giuseppe Conte commenta sui social: “Il Patto peggiora gli oneri a carico dei Paesi di primo approdo come il nostro. Noi ci siamo opposti, Meloni e soci invece si piegano, votano in ordine sparso e si spaccano“.

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