Assange: Biden sta “valutando” di porre fine alle azioni legali contro il fondatore di WikiLeaks

Gli Stati Uniti, il grande paese occidentale esportatore di democrazia all'estero, da anni cerca di mettere le mani su Julian Assange, colpevole di aver lavato i panni sporchi americani in pubblica piazza. La pressione internazionale per la libertà del giornalista ha assunto nel tempo dimensioni difficili da ignorare, e forse per questo, il Presidente Biden potrebbe essere sul punto di rivedere la sua posizione sul caso

Redazione
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Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha recentemente aperto uno spiraglio di speranza per Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, mentre si avvicina l’inizio del suo quinto anno di detenzione in carcere. Questo sviluppo avviene in concomitanza con l’attesa dell’ultimo verdetto della corte britannica sull’estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, un processo che ha suscitato un forte interesse internazionale e alimentato il dibattito sulla libertà di stampa e i diritti umani.

Le pressioni del parlamento australiano

Durante una conferenza stampa con il primo ministro giapponese Fumio Kishida, Biden ha affrontato la delicata questione rispondendo alla domanda di un giornalista riguardante la richiesta dell’Australia di porre fine alle azioni legali contro Assange. Il Presidente americano avrebbe affermato di star “valutando” tale richiesta; una posizione in netto contrasto con quella assunta finora dagli Stati Uniti, che hanno sempre sostenuto la necessità di perseguire Assange per presunti reati legati alla sicurezza nazionale statunitense, in particolare, per la pubblicazione di documenti riservati riguardanti le guerre in Afghanistan e in Iraq.

Joe Biden
Presidente degli Stati Uniti Joe Biden

Una mozione approvata dal Parlamento australiano lo scorso febbraio ha ulteriormente sollecitato gli Stati Uniti e il Regno Unito a riconsiderare la situazione di Assange. In particolare, la mozione chiede il rilascio del giornalista, cittadino australiano, e il suo ritorno in patria, evidenziando una crescente pressione internazionale per una risoluzione del caso.

Assange: la nuova udienza e i problemi di salute

Questa nuova apertura da parte degli Stati Uniti si verifica in seguito alla decisione dell’Alta Corte di Londra di concedere ad Assange la possibilità di un ulteriore appello contro l’estradizione negli Stati Uniti, fissando una nuova udienza per maggio. La Corte ha anche richiesto a Washington di fornire ulteriori garanzie sul trattamento riservato ad Assange, soprattutto riguardo alla pena di morte, che rappresenta una delle principali preoccupazioni per il giornalista e i suoi sostenitori.

Assange ha subito gravi problemi di salute a causa delle sue condizioni di detenzione, che includono sette anni di reclusione preventiva nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e il suo successivo trasferimento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. Il deterioramento della sua salute ha sollevato preoccupazioni tra i suoi sostenitori riguardo al suo accesso alle cure mediche e al rispetto dei suoi diritti umani fondamentali.

Il premier australiano Anthony Albanese ha sostenuto la causa di Assange e ha sollevato la questione direttamente con Biden durante la sua visita a Washington lo scorso ottobre. La vicenda del giornalista detenuto ha suscitato un ampio dibattito sulla libertà di stampa e sul ruolo dei giornalisti nel rendere conto delle azioni dei governi e delle istituzioni occidentali.

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