Scuola: 3 mesi di vacanza sono troppi, petizione per cambiare il calendario scolastico

Secondo i firmatari di una bizzarra petizione, le competenze coltivate dagli studenti a scuola avrebbero una scadenza troppo breve per sopravvivere ai tre lunghi mesi estivi, e risulterebbe pertanto imperativo ridurre il tempo dedicato alle vacanze

Redazione
4 Min di lettura

Ristudiamo il calendario! Un nuovo tempo scuola non è più rimandabile” il nome di una nuova petizione, secondo cui, il tempo dedicato alle vacanze estive sarebbe decisamente eccessivo da passare lontani dalle lezioni scolastiche, e pertanto gli studenti dovrebbero essere costretti a passare due dei tradizionali tre mesi nel chiuso delle aule scolastiche.

Valanga di firme per la petizione

Ben 33.600 firme sono state raccolte in sette mesi a sostegno della petizione. L’argomento principale utilizzato a motivarne la necessità è stata una presunta perdita di competenze degli studenti che, dopo una pausa così lunga, dimenticherebbero le nozioni apprese faticosamente durante l’anno scolastico.

Inoltre, con la chiusura delle scuole, le famiglie sono costrette a dover gestire per 14 settimane complessi equilibri tra lavoro, cura dei figli e costosi centri estivi in cui collocarli durante il giorno. Le richieste concrete della petizione includono la proposta di tenere le scuole aperte anche nei mesi di giugno e luglio, offrendo attività extrascolastiche e riducendo così drasticamente le vacanze estive.

Ad ogni modo la petizione non avrebbe come unico obiettivo la riduzione delle vacanze estive, l’altra richiesta principale sarebbe l’introduzione obbligatoria del tempo pieno, dall’età di 3 ai 14 anni in tutte le scuole, in modo da dare agli studenti la possibilità di scegliere tra tempo pieno e parziale. A tal proposito, risulta evidente un divario regionale significativo nell’offerta del tempo pieno: meno del 20% degli alunni sotto gli 11 anni nel Sud Italia frequenta il tempo pieno, rispetto al 48% nel Centro-Nord. 

Scuola: tre mesi di vacanze sono davvero troppi?

Questa lunga pausa estiva, sostiene la consigliera delegata di WeWorld Dina Taddia, diventa un amplificatore di disuguaglianze, poiché non tutti gli studenti hanno accesso alle stesse opportunità di svago e apprendimento durante le vacanze. In un paese dove quasi la metà delle famiglie con più di un figlio si trova in difficoltà economiche, la questione del calendario scolastico assume una rilevanza ancora maggiore. 

Fornire maggiori possibilità agli studenti di scegliere tra tempo pieno e parziale potrebbe essere particolarmente utile al fine di migliorare la gestione delle routine familiari; d’altro canto, le motivazioni utilizzate per giustificare la riduzione delle vacanze estive, lasciano qualche perplessità. 

L’idea della perdita di competenze degli studenti durante i mesi estivi risulta poco convincente, e l’estate, oltre ad essere un periodo dedicato allo svago, può essere anche un periodo dedicato ad attività indipendenti dallo studio tradizionale, ma comunque formative. Inoltre, l’idea che gli studenti debbano essere rinchiusi da qualche parte per gestire gli equilibri familiari risulta piuttosto bizzarra; potrebbe forse risultare più funzionale un intervento dello stato a garantire ai ragazzi in difficoltà economica attività interessanti da svolgere in estate, più che obbligare tutti gli altri a rimanere a scuola invece di fare nuove esperienze al di fuori.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo