Par Condicio, presidente Vigilanza Rai: “Il rischio di falsare la campagna elettorale è alto”

Barbara Floridia ha poi sottolineato come all'interno della nuova regolamentazione Agcom sia presente un "vulnus democratico", rappresentato dalla richiesta della maggioranza di aver maggiore spazio televisivo per i suoi esponenti

Redazione
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Continuano a far discutere le nuove regole per la par condicio. Il nuovo emendamento ha creato alcune difficoltà all’interno del centrodestra a causa dei dubbi di Forza Italia, che ha voluto un chiarimento riguardante la richiesta di esonerare gli esponenti delle istituzioni dalla nuova regolamentazione. I forzisti sono infatti preoccupati che tale esonero possa agevolare la Lega, che ha tra le sue fila ben quattro ministri occupati nella creazione di dossier di interesse pubblico. Lo stop del partito di Tajani ha quindi creato non poche irritazioni nella maggioranza.

Al contrario, il centrosinistra ha deciso di serrare le fila, abbandonando gli screzi dovuti alle Europee e alla Regionali, per cercare di arginare la nuova regolamentazione. Secondo le opposizioni, infatti, le nuove regole per la par condicio creerebbero condizioni favorevoli solo ai partiti di governo, impedendo di fatto al centrosinistra di poter avere la stessa visibilità degli altri partiti.

Floridia: “Il vulnus democratico è quello che permette alla maggioranza una presenza maggiore

Sul caso della par condicio si è espressa la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, che in varie interviste ha chiarito il suo punto di vista sulla questione. “È grave che la maggioranza abbia aperto alla possibilità, per i membri del governo, di partecipare ai programmi di approfondimento al di fuori delle regole della par condicio. Il rischio di falsare la campagna elettorale è molto alto” avrebbe detto a Repubblica, mostrandosi quindi contraria alle proposte presentate dal governo.

La presidente ha poi aggiunto di “aver fatto il massimo per assicurare il confronto fra le diverse forze politiche nel quadro di un equilibrato esercizio democratico“, sottolineando che dal suo punto di vista “la maggioranza ha chiuso in modo arrogante agli emendamenti proposti dalla minoranza, come quelli che andavano in maniera più specifica nella direzione indicata dall’Agcom che, ricordo, è un’autorità indipendente, a garanzia di tutti i cittadini“.

La presidente Floridia, poi, in un’intervista a La Stampa ha sostenuto che nella nuova regolamentazione della par condicio televisiva “il vulnus democratico più grave” è rappresentato proprio “dalla norma che permette al governo una presenza più ampia, rispetto ai partiti, durante i talk show. La maggioranza afferma sia sempre stato così, ma non c’era niente del genere nelle delibere passate“.

Bandecchi: “La nuova par condicio è l’ennesimo abuso della maggioranza

Anche Stefano Bandecchi, segretario nazionale di Alternativa popolare, nonché sindaco di Terni, ha deciso di commentare la nuova regolamentazione Agcom, definendola “l’ennesima legge ad hoc che la maggioranza approva per assicurarsi dei vantaggi su tutti gli altri attori politici“. Il segretario ha poi aggiunto: “A due mesi dalle elezioni, il Governo interviene per limitare ancora di più gli spazi della partecipazione delle opposizioni sui media. Evidentemente apprezzano il loro amico Orban e i suoi metodi. A fare ridere, peraltro, è la ragione addotta, ovvero la necessità di informare gli italiani su quanto fatto dall’esecutivo, che già occupa militarmente Tg e palinsesto della Rai, ormai TV del governo e non dei cittadini“.

Il sindaco di Terni, ha poi voluto concludere il suo commento con una nota ironica e auto-riferita: “Ci faremo andare bene questa modifica. Da sindaco, con la par condicio, potrò finalmente raccontare i risultati che stiamo ottenendo a Terni, risultati che fanno paura a molti“.

L’attacco di Rosso (FI) alle opposizioni

Sulla par condicio non c’è stata alcuna forzatura. Purtroppo, le opposizioni hanno scelto, ancora una volta, di arroccarsi su una posizione di contrarietà a priori“, ha invece sostenuto il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Rosso, aggiungendo: “È assurdo che le minoranze abbiano votato contro dei principi che sono già parte del nostro ordinamento e che erano già contenuti nella delibera della Vigilanza per le europee del 2019 quando la maggioranza di governo era diversa dall’attuale“.

Par Condicio: nessun accordo in Commissione

Ieri sera, la commissione di Vigilanza Rai, presieduta da Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle, si è riunita per discutere gli emendamenti alla nuova regolamentazione Agcom presentati da Francesco Filini (FdI), Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Maurizio Lupi (Noi moderati). Tali emendamenti hanno l’obiettivo di garantire una presenza “equilibrata” degli esponenti di partito nelle trasmissioni tv e vogliono eliminare la norma secondo cui la “ove la Rai trasmetta la diretta di convegni o comizi elettorali di un soggetto politico, deve garantire la messa in onda delle dirette anche degli altri soggetti in competizione“.

Nessun accordo è stato raggiunto in Commissione di Vigilanza sul regolamento sulla par condicio per le europee dell’8 e 9 giugno. La maggioranza ha infatti deciso di andare avanti sugli emendamenti contestati dall’opposizione sull’informazione governativa, provocando il voto contrario e le proteste di tutti i partiti di minoranza.

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Barbara Floridia (M5S)

Di fatto, si tratta di una norma che andrebbe a scapito della maggioranza che, con la nuova regolamentazione, otterrebbe invece un maggior spazio televisivo poiché tra le sue fila sono presenti esponenti delle Istituzioni. Proprio a questo riguardo, infatti FdI, Lega e Noi moderati hanno richiesto che i comizi elettorali richiesti dalle opposizioni vengano trasmessi preceduti da idonea sigla” e “distinti dalle edizioni del Tg“.

Inoltre, il centrodestra ha richiesto che “i rappresentanti delle istituzioni vengano esclusi dall’applicazione della legge sulla par condicio, qualora intervengano su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte“. Resta il criterio introdotto da Agcom nella delibera sulle tv private, mentre sono stati bocciati gli emendamenti proposti dall’esponente di Italia Viva, Maria Elena Boschi, per regolamentare le presenze dei giornalisti nei programmi d’informazione.

Par Condicio: insorgono Pd e M5S

I parlamentari del Pd in Vigilanza hanno sentenziato: “Un grave strappo: non c’è stata nessuna volontà da parte della maggioranza di trovare una mediazione possibile. C’è stata invece la volontà di far esondare il governo durante la campagna elettorale eliminando il motivo stesso per cui esiste la par condicio. Cioè si vuole comprimere la voce dell’opposizione“. Ai dem si uniscono le voci del Movimento 5 Stelle: “La maggioranza se n’è infischiata dei nostri appelli e ha votato l’emendamento Filini, che stravolge la delibera azzoppando i presidi della par condicio. Quando vogliono approvare qualcosa che gli interessa procedono come schiacciasassi rifiutando ogni tipo di mediazione“.

Parole forti poi seguono quelle di Maurizio Lupi di Noi Moderati: “La sinistra fa disinformazione. Ai singoli ministri mai era stato contestato il diritto di informare sulla loro attività, anche nel corso della campagna elettorale“.

Il grido di allarme delle opposizioni

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte (M5S)

Il principio del pluralismo dell’informazione è uno dei capisaldi della democrazia, per questo i tentatiti di Giorgia meloni e dei suoi sodali di calpestarlo suona allarmante“, ha commentato così Giuseppe Conte i nuovi sviluppi delle regolamentazione sulla par condicio. Durante una riunione tenutasi ieri i capigruppo dell’opposizione – Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5S), Maria Elena Boschi (Iv), Maria Stella Gelmini (Azione), Angelo Bonelli (Avs) – hanno firmato una nota congiunta che dichiarava “irricevibili” le proposte della maggioranza perché “distorcono il senso stesso della par condicio” per ottenere “una impunità preventiva a chi la viola“.

Forza Italia ha cercato di smarcarsi dalla questione, dichiarando: “A noi andava bene la delibera Agcom com’era, senza emendamenti. Ma troveremo una quadra“. Più dura la critica del capogruppo di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che ha attaccato l’opposizione: “La sinistra vuole imbavagliare il governo e fa disinformazione“.

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