A breve in Parlamento sarà presentato il nuovo documento di economia e finanza (Def). La notizia arriva direttamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla riforma della governance economica Ue: “Credo che approveremo il Def entro i primi 10 giorni di aprile e avrà questo contenuto assai asciutto“.
A fine 2023 è terminata la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno. E’ dunque “scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi“.
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Giorgetti sul debito: “Massima ponderazione risorse”
Giorgetti riflette sul livello del debito pubblico italiano che per diverse ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche. “E’ innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa” aggiunge. Secondo il ministro dell’Economia, i vincoli della nuova governance europea richiedono un cambio di approccio “sulle garanzie pubbliche che, dalla fase emergenziale, ci riporti progressivamente verso un percorso ordinario. Al 31 dicembre 2023, l’esposizione dello Stato si è attestata intorno ai 300 miliardi di euro, pari a circa il 14,4% del Pil, in calo rispetto al 15,9% del 2022 e ai picchi raggiunti durante il Covid ma ancora lontana dal 4,9 per cento del 2019“.
Il Def verrà presentato a breve al Parlamento e sulla base delle istruzioni della Commissione avrà una conformazione più leggera. “La fisionomia del nuovo Piano fiscale-strutturale e del Rapporto di monitoraggio annuale previsti dalle nuove regole Ue comporterà la necessità di rivedere le disposizioni che disciplinano la tempistica e i contenuti del Documento di Economia e Finanza“, spiega.
Giorgetti sul Def: “Ci saranno numeri interessanti”
“Nel Def ci saranno numeri interessanti comunque” afferma Giorgetti. Il ministro incalza su come il documento sia stato redatto in funzione alle istruzioni ricevute dall’Europa “in un contesto in cui tutte queste regole non sono ancora declinate e precisate e non si possono applicare, ma questo era facilmente prevedibile, data la complessità delle medesime e la situazione complessa di natura esterna“.
“Ritengo che i principi costituzionali dell’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio, o della sostenibilità del debito pubblico, continuino ad essere ancora attuali nel nuovo quadro di governance economica europea” aggiunge. Giorgetti si dice convinto che ogni intervento di riforma costituzionale debba essere valutato con la massima attenzione, al fine di evitare di introdurre nell’assetto ordinamentale disposizioni troppo legate a contingenze di breve periodo, con il rischio di perdere rapidamente di attualità e di visione di sistema.
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