Piano Mattei, Malan (FdI): “Una svolta politica non solo italiana, ma anche europea”

Durante il convegno "Le potenzialità del Piano Mattei" si è parlato nuovamente dell'approccio non "caritatevole e paternalistico" che il nostro Paese terrà nei confronti del continente africano. "La soluzione non è solo prendere decine di milioni di africani, spesso con scarsissima preparazione, e portarli in Europa, ma lo sviluppo sinergico dell'Africa e dell'Europa" ha dichiarato Lucio Malan

Redazione
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Dopo decenni di disinteresse o di azioni non coordinate, con il piano Mattei, l’Italia mira ad una politica coerente, duratura e non predatoria in Africa” ha dichiarato il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, a margine dei lavori del convegno “Le grandi potenzialità del Piano Mattei“, il convegno promosso dal senatore di FdI Bartolomeo Amidei al Senato.

Un incontro per discutere del piano d’azione voluto dal governo Meloni per espandere i propri accordi con l’Africa al fine di diminuire gli sbarchi di migranti in Italia e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni del continente africano.

Il Piano Mattei è una svolta per la politica non soltanto italiana, ma anche europea. L’attenzione per l’Africa, l’interesse comune a uno sviluppo armonico di questo grande continente, è nell’interesse dell’Italia e della stabilità internazionale“, ha infatti affermato Malan, sottolineando come l’Italia abbia “bisogno della collaborazione di questo grande continente e di uno sviluppo che prevenga le ondate migratorie e che contribuisca al benessere comune dell’Europa, dell’Africa stessa e di tutto il mondo“.

L’approccio non predatorio del Piano Mattei per l’Africa

Il senatore Malan ha poi sottolineato nuovamente l’approccio non predatorio del Piano Mattei che si pone l’obiettivo di evitare azioni caritatevoli nei confronti del continente africano, per concentrarsi su azioni e progetti di sviluppo per i Paesi che aderiscono alle iniziative. “Siamo diventati esperti delle cittadine sul fiume Dnipro, ma ci siamo dimenticati di Paesi che sono caduti sotto il controllo russo, o russo-cinese, dal punto di vista degli armamenti e degli investimenti. E in cambio dell’investimento c’è la colonia” ha dichiarato Malan.

Il presidente dei senatori di FdI ha poi sottolineato: “Qualcuno dice che non vede i dettagli del Piano Mattei. Non è uno dei piani quinquennali dell’Urss, ma è una struttura, un canale, nel quale aziende, amministrazioni e tutti coloro che sono interessati possono trovare un veicolo dove poter fare investimenti e interazioni, realizzare quello che è nelle cifre. La soluzione non è solo prendere decine di milioni di africani, spesso con scarsissima preparazione, e portarli in Europa, ma lo sviluppo sinergico dell’Africa e dell’Europa“.

Barbaro: “Il ministero dell’Ambiente è uno dei protagonisti principali

Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Claudio Barbaro ha poi sottolineato l’importanza dell’Eni, fondamentale per i rapporti con L’Africa. “Al centro della vita del nostro Paese c’è la sicurezza energetica, che è importante per recuperare un posizionamento del Paese in politica estera” ha sottolineato il sottosegretario per poi evidenziare: “L’intuizione di Mattei fu quella che l’Africa debba essere un continente con cui rapportarsi da pari a pari, con un indirizzo non predatorio e non caritatevole. Questo ha permesso di far diventare l’Eni il colosso che è oggi, un organismo estremamente importante“.

Barbaro ha poi concluso il suo discorso trattando proprio dell’Eni e spiegando: “Il percorso del Piano Mattei passa attraverso aspetti che vanno anche al di là della sicurezza energetica. E centrale è il ruolo del ministero dell’Ambiente, che è uno dei protagonisti principali. Su 4,5 miliardi, 3 provengono dal fondo per il Clima. L’obiettivo è preciso, ovvero mettere a terra gli investimenti con la capacità di incidere nell’ambito energetico sotto il profilo della sostenibilità“.

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Il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente

Anche la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli ha sottolineato l’importanza di un approccio “non paternalistico, di solidarietà, né tanto meno predatorio” nei confronti del continente africano. “All’interno del tavolo, quello della Cabina di regia è importante che ci siano soggetti come Eni e Leonardo e non solo – ha sottolineato la vicepresidente – È importante che ci siano le Regioni italiane. In Africa ci sono materie prime e risorse incredibili. Noi abbiamo le tecnologie. E perché non avviare un piano concreto con progetti specifici sull’indipendenza energetica, che è il progetto dei progetti“.

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