Era il 1 aprile 1748 quando l’antica città di Pompei tornò alla luce grazie agli scavi archeologici voluti da Carlo III di Borbone. Sepolta dall’eruzione del Vesuvio nell’anno 79, l’area archeologica è estesa circa 44 ettari ed è un sito sotto tutela dell’UNESCO che lo ha dichiarato patrimonio dell’umanità.
Pompei: la sua storia
Dopo molti sopralluoghi sul posto, il 1 aprile iniziarono a venire alla luce i primi reperti dell’antica Pompei: Monete, dipinti, oggetti metallici e tracce di una taberna e della strada romana antistante il locale. Uno dei primi monumenti ad essere scoperto fu il Teatro Piccolo, che gli archeologici chiamarono “Stabiano“, poiché erano ancora convinti di essere sul luogo dell’antica Stabiae. I primi scavi si svolgevano in “spoliazione”, cioè i reperti venivano tolti dal sito e portati presso il museo reale di Portici.
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All’inizio del 1749, fu rinvenuta un’iscrizione che menzionava il popolo di quella città: “ai cittadini di Pompei“. Fu dell’archeologo Giuseppe Fiorelli l’idea di applicare la tecnica dei “calchi”, che consisteva nel riempimento tramite colate di gesso delle impronte dei corpi lasciate dalle vittime dell’eruzione sul terreno coperto dalle ceneri. La scoperta della città di Pompei è conosciuta in tutto il mondo ed è tuttora uno dei siti più visitati.
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