Papa Francesco, per la prima volta lava i piedi a 12 detenute donne

Per la prima volta la lavanda dei piedi avviene a sole donne e la prima volta di un Papa alla casa circondariale di Rebibbia femminile. Papa Francesco, nell'istituto romano di reclusione, nonostante gli impedimenti fisici, compie il rito della Lavanda dei piedi come "Gesù ci ha insegnato"

Redazione
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Nella giornata del Giovedì Santo, Papa Francesco si è recato alla Casa circondariale di Rebibbia, per la prima volta nella sezione femminile, dove per il rito della Lavanda dei piedi ha effettuato il gesto che Gesù fece con i suoi discepoli nell’ultima cena. Così il Santo Padre ha lavato, asciugato e baciato i piedi di dodici detenute, suscitando grande commozione tra le presenti e il personale del carcere.

Papa Francesco a Rebibbia

Con l’umiltà di semplice parroco, vestito da un grembiule bianco sopra i paramenti liturgici e nonostante gli impedimenti della sedia a rotelle, Papa Francesco ha lavato, asciugato con un panno e baciato i piedi a 12 detenute, di varie provenienze e nazionalità, durante la messa in Coena Domini – in ricordo dell’Ultima cena, quando Gesù istituì l’Eucarestia e salutò i dodici apostoli e perdonò chi lo avrebbe tradito – alla Casa circondariale femminile di Rebibbia.

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Papa Francesco, per la prima volta lava i piedi a 12 detenute donne 3

Il Pontefice l’anno scorso era andato in visita al carcere minorile di Casal del Marmo, dove si era inginocchiato ai piedi di dodici ragazzi e ragazze minorenni, alcuni Rom e musulmani, per lavare loro i piedi e scambiare anche qualche abbraccio e parola. 

Con la lavanda dei piedi – ha spiegato il Pontefice – Gesù si umilia, ci fa capire quello che aveva detto: ‘io non sono venuto per essere servito ma per servire”. Poi, in riferimento al tradimento di Giuda: “Ma Gesù perdona tutto, Gesù perdona sempre, soltanto chiede che noi chiediamo perdono. Una volta ho sentito una vecchietta, saggia, una donna del popolo, ha detto così: ‘Gesù non si stanca mai di perdonare ,siamo noi a stancarci di chiedere perdono”.  

Alla fine della cerimonia le donne detenute a Rebibbia hanno lasciato dei doni al Pontefice: un cesto con le primizie di stagione coltivate nell’orto del carcere, un rosario e delle stole realizzati nei laboratori della casa circondariale romana.

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