Nel processo di impollinazione il ruolo giocato dagli agenti atmosferici è fondamentale. Il vento trasporta il polline che permette a nuove piante di prosperare, abbellire e far sopravvivere il nostro mondo. All’interno di questo processo, però, come ogni anno migliaia di maestri elementari insegnano ai loro alunni, c’è un piccolo insetto che si rivela strategico, se non indispensabile. Si tratta delle api mellifere che, inconsciamente mentre vanno alla ricerca di nettare per il loro alveare, trasportano il polline, velocizzando ed espandendo il processo di impollinazione.
Cosa accadrebbe quindi se questa specie si trovasse in via d’estinzione? Purtroppo la risposta a questa domanda non sembra troppo difficile da trovare, anche perché la possibilità dell’estinzione di questa specie diventa più probabile di anno in anno. Uno studio condotto da alcuni scienziati della Washington State University, però, potrebbe aver trovato una soluzione momentanea per la preservazione di questo importantissimo impollinatore.
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Alveari in celle frigorifere per evitare l’estinzione delle api
Il più grande pericolo che affrontano le api mellifere è quello del riscaldamento climatico. Le temperature ogni anno sempre più alte mettono in seria difficoltà gli alveari, perché le api che li abitano sentono il bisogno di continuare a cercare nettare e quindi di lavorare. Un lavorio incessante, portato avanti nonostante le quantità di miele prodotte già a sufficienza, che strema questi piccoli insetti fino a portarli alla morte.
Lo studio dei ricercatori della Washington University si è concentrato nell’area del Pacifico nord-occidentale, ma i risultati ottenuti secondo i ricercatori potrebbero essere utili per lo studio e la preservazione di tutti gli alveari degli Stati Uniti. Avendo compreso, infatti, che a far muovere le api sono le temperature superiori ai 10° centigradi, ai ricercatori è sembrato utile raffreddare gli ambienti in cui le api si sviluppano.
Per questo, l’assurda idea di inserire gli alveari all’interno di celle frigorifere non sembra più tanto impraticabile. Le temperature più basse permetterebbero alle api, che hanno già prodotto sufficiente miele per il benessere dell’alveare, di riposare e quindi di concludere il loro ciclo vita in tempi più lunghi, permettendo il ricambio generazionale dello sciame.
In questo momento, infatti, le api che perdono la vita sono di più di quelle che nascono all’interno degli alveari, come ha spiegato la ricercatrice Gloria DeGrandi-Hoffman: “I nostri dati dimostrano che anche in assenza di stress nutrizionale, agenti patogeni, pesticidi o altro, le sole condizioni climatiche sono sufficienti a compromettere la struttura delle colonie. Quando le api escono alla ricerca di cibo durante l’inverno, muoiono più velocemente di quanto nascano“.
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