A quattro mesi dall’attesa apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, la capitale francese è teatro di una serie di polemiche che vanno ben oltre lo spirito sportivo. Aya Nakamura, la famosa cantante franco-maliana, si trova al centro di un acceso dibattito sulla diversità, l’inclusione e la cultura nazionale: accusata da Marine Le Pen di essere volgare e non abbastanza francese per rappresentare la Francia nel mondo.
Nakamura non è adatta a rappresentare il paese
La partecipazione di Aya Nakamura alla cerimonia di apertura dei Giochi, fissata per il 26 luglio, ha fatto andare su tutte le furie la leader dell’estrema destra francese, che si è espressa fermamente contro questa decisione, affermando che l’inclusione di Nakamura sarebbe un tentativo del presidente Emmanuel Macron di “dividere” e “umiliare” il popolo francese. Le critiche di Le Pen si sono concentrate sul fatto che Nakamura, seppur popolare, non canta esclusivamente in francese e ha subito attacchi razzisti a causa della sua reinterpretazione di brani di Edith Piaf, simbolo della musica francese nel mondo.
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In risposta alle critiche, i militanti di SOS Racisme hanno organizzato una dimostrazione di sostegno nei confronti di Nakamura, ballando al ritmo delle sue musiche insieme a quelle di Piaf. Il presidente dell’associazione, Dominique Sopo, ha sottolineato l’importanza di accogliere la diversità e ha denunciato gli attacchi discriminatori contro l’artista. Effettivamente, anche da un punto di vista logico, risulta piuttosto curioso che la multiculturalità di un’artista possa essere considerato, da qualcuno, motivo di esclusione dall’evento più multiculturale della storia umana.
Un fiume di proteste per le Olimpiadi
Tuttavia, le proteste non si limitano alla questione dell’inclusione culturale. Diverse associazioni hanno sollevato l’allarme riguardo le politiche di sgombero forzato delle persone senza dimora, migranti e lavoratori del sesso in vista dei Giochi. Il collettivo Revers de la mèdaille ha denunciato la “pulizia sociale” come eredità delle Olimpiadi, evidenziando il destino precario di migliaia di individui lasciati improvvisamente senza tetto.
La preoccupazione per le conseguenze ambientali degli eventi olimpici è anch’essa al centro delle proteste. A Dugny, davanti al Villaggio Media dei Giochi Olimpici, attivisti per i diritti ambientali e abitativi hanno manifestato contro l‘imborghesimento e la cementificazione delle aree circostanti, sottolineando l’importanza di preservare l’ambiente e garantire condizioni dignitose per tutti, indipendentemente dall’importanza dell’evento.
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