Putin avverte la Nato: “Colpiremo gli F16 anche in aeroporti di Stati terzi”

Il presidente russo si è detto contrario ad una escalation del conflitto su scala europea, per poi sottolineare che a fermare il conflitto con la Nato sarebbe la presenza degli Usa che "rappresentano il 39% della spesa globale per la Difesa, mentre la Russia solo il 3,5%"

Redazione
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Il presidente russo Vladimir Putin ha rassicurato il resto del mondo occidentale dichiarando che “per quanto riguarda l’accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, si tratta di una totale assurdità intesa esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi“. Parole che potrebbero porre fine ai vari timori europei su una possibile escalation del conflitto russo-ucraino, se non fosse per le parole che successivamente, nella stessa riunione con i piloti dell’aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver, sono state pronunciate dal Capo di Stato russo.

Gli aerei da guerra F16 se verranno verranno utilizzati da aeroporti di paesi terzi, per noi saranno un obiettivo legittimo. Non importa dove si trovino” ha spiegato Putin, semplicemente dando il via libera ai suoi piloti e a tutti i membri dell’esercito russo di colpire gli aerei Nato a prescindere da quale “aeroporto si trovino“. Putin ha poi rassicurato anche i suoi uomini dichiarando che l’eventuale fornitura di nuovi F16 all’Ucraina “non cambierà la situazione sul campo di battaglia” perché la Russia “li distruggerà come già sta facendo con i carri armati e le altre armi“.

Le accuse di Putin all’Occidente

Vladimir Putin, come riporta l’agenzia di stampa Tass, ha poi continuato a parlare di guerra e di Occidente, tenendo i due concetti vicini pur ricordando che l’ipotesi di un conflitto con la Nato non è nei piani della Russia. A far storcere il naso però, oltre ai continui discorsi propagandistici contro i Paesi Ue e gli Usa, è la giustificazione data dal presidente russo sul perché la Russia non avrebbe intenzione di procedere con l’escalation del conflitto.

Dato il rapporto esistente tra la spesa per la difesa messa in atto dagli Usa e poi dalla Federazione russa, dovremmo combattere con la Nato o qualcosa del genere? Questa è semplicemente una sciocchezza!” ha infatti affermato il presidente russo, per poi spiegare: “Gli Stati Uniti rappresentano il 39% della spesa globale, la Russia il 3,5%“. Sembrerebbe, quindi, dalle parole del Presidente che il conflitto Russia-Nato sia bloccato dalla sola, e preponderante, presenza degli Stati Uniti.

Trump
L’ex Presidente USA, Donald Trump

Cosa accadrebbe, quindi, nel caso in cui Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali del prossimo novembre e portasse avanti il suo piano di allontanamento degli Stati Uniti dalla Nato? In occasione dell’annuncio di Trump, che invitò Putin ad attaccare gli Stati Nato “non in regola con i pagamenti“, il membro della commissione per gli affari esteri del parlamento tedesco, Norbert Roentgen, scrisse su X che “tutti dovrebbero capire che presto l’Europa potrebbe non avere altra scelta che difendersi“.

Olaf Scholtz: “Né truppe né missili Taurus a Kiev”

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Il cancelliere tedesco Olaf Scholtz

Il cancelliere tedesco Olaf Scholtz continua a ribadire la necessità di evitare un ingrandimento del conflitto russo-ucraino. “Fermo restando il sostegno risoluto all’Ucraina, per me è importante una cosa, ovvero che faremo del nostro meglio per evitare un’escalation di questa guerra, cioè una guerra tra Russia e Nato” ha dichiarato Sholtz, in un’intervista al quotidiano tedesco Markische Allgemeine Zeitung, poi ripresa dall’agenzia di stampa russa Tass.

Non invieremo i nostri soldati in Ucraina – ha affermato convinto il cancelliere – E ogni lotto di armi che inviano, analizziamo attentamente cosa significa nel dato contesto“. Sholtz ha poi sottolineato il costante impegno della Germania nel sostegno all’Ucraina, come Paese che invia più armamenti a Kiev. “Solo per questo spendiamo 28 miliardi di euro. Più di molti paesi messi insieme. E continueremo a farlo finché sarà necessario” ha quindi concluso il cancelliere tedesco.

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