Julian Assange, tribunale di Londra concede il ricorso in appello: rinviata estradizione

Gli Stati Uniti stanno cercando di mettere sotto processo Julian Assange, 52 anni, con 18 capi d'imputazione, tutti - tranne uno - ai sensi dell'Espionage Act, per il rilascio di alto profilo da parte di WikiLeaks di documenti militari e dispacci diplomatici riservati degli Stati Uniti relativi ai crimini di guerra commessi in Afghanistan e Iraq

Redazione
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L’Alta Corte britannica di Londra ha stabilito che al fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, dovrebbe essere consentito di ricorrere in appello contro la sua estradizione negli Stati Uniti, a meno che gli Stati Uniti non forniscano garanzie sul trattamento che gli riserveranno, anche sulla pena di morte. I giudici hanno affermato che le autorità statunitensi avranno tre settimane per fornire tali assicurazioni, con una decisione finale da prendere a fine maggio.

Assange, possibilità di vincere il ricorso

I pubblici ministeri statunitensi stanno cercando di mettere sotto processo Julian Assange, 52 anni, con 18 capi d’imputazione, tutti – tranne uno – ai sensi dell’Espionage Act, per il rilascio di alto profilo da parte di WikiLeaks di documenti militari e dispacci diplomatici riservati degli Stati Uniti relativi ai crimini di guerra commessi in Afghanistan e Iraq.

Julian Assange
Julian Assange

Gli avvocati di Assange a febbraio avevano chiesto il permesso di contestare l’approvazione della Gran Bretagna alla sua estradizione negli Stati Uniti, sostenendo che il suo procedimento giudiziario fosse politicamente motivato.

Nella sentenza di oggi i due giudici hanno affermato l’esistenza di una reale prospettiva di vincere il ricorso contro l’estradizione per una serie di motivi. La corte ha dato alle autorità americane la possibilità di fornire “garanzie soddisfacenti”  su ciò che accadrà ad Assange. 

Assange, le garanzie degli Stati Uniti

Tra le garanzie richieste c’è il permesso ad “appellarsi al Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti (che protegge la libertà di parola), la garanzia di non subire pregiudizi durante il processo (compresa la sentenza) a causa della sua nazionalità, la garanzia di godere delle stesse tutele del Primo Emendamento di un cittadino statunitense e di non essere condannato alla pena di morte“.

Se garanzie di tali trattamenti non verranno fornite, allora ad Assange verrà concesso il permesso di ricorrere in appello. La prossima udienza è stata fissata per il 20 maggio.

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