Europee, Meloni non transige: “Errore dividere il centrodestra”

Giorgia Meloni ha risposto duramente alle critiche mosse al suo governo da Matteo Salvini e da Marine Le Pen, che l'hanno accusata di voler sostenere un secondo mandato di Ursula Von der Leyen all'Europarlamento. Anche Antonio Tajani si è difeso, dichiarando: "Noi sosterremmo il rappresentante Ppe che verrà indicato dal Consiglio della Lega degli stati di governo in parlamento"

Redazione
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Giorgia Meloni a margine della sua visita a Potenza per la firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Regione Basilicata ha parlato di elezioni Europee, rispondendo in particolare alle critiche mosse da Matteo Salvini e da Marie Le Pen durante la kermesse delle destre sovraniste dello scorso 23 marzo. Il premier non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura ma sembra avere le idee chiare su quanto avverrà nelle prossime votazioni: “Tutti sanno qual è la strategia che ho in Europa e che do per scontato sia condivisa da tutte le forze di maggioranza, ovvero portare una maggioranza di centrodestra anche a Bruxelles“.

Matteo Salvini, terzo mandato
Matteo Salvini (Lega)

Così la Presidente del Consiglio attacca il leader leghista, per poi dichiarare convinta: “Secondo me è un errore dividere o provare a dividere, perché è l’unico favore che si può veramente fare alla sinistra“. Dichiarazioni che non collimano, quindi, con quanto finora detto dal vicepremier Salvini che ha invece più volte ribadito: “Alle Europee votare per Fratelli d’Italia, per Forza Italia e per la Lega non vorrà dire la stessa cosa“. I tre partiti di maggioranza, infatti sostengono tre gruppi europei differenti, rispettivamente il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti, il Partito Popolare Europeo e Identità e Democrazia.

Europee, Meloni: “Non governerò mai con la sinistra

Siamo tutti in campagna elettorale, e le campagne elettorali io le capisco, dopodiché non sono preoccupata. Tutti sanno, in Italia e all’estero, che se c’è una che non ha mai governato e mai governerà con la sinistra, quella si chiama Giorgia Meloni“, queste le parole del Presidente del Consiglio in risposta ad una domanda dei cronisti sul raduno delle destre sovraniste organizzato lo scorso sabato da Matteo Salvini a Roma.

Tutto questo dibattere sulla presidenza della commissione – ha poi aggiunto il premier Meloni – è in realtà un falso problema. Lei si è mai chiesto perché nelle passate elezioni non si sia mai dibattuto del presidente della commissione europea? Perché il tema non è il presidente della commissione, il tema è la maggioranza che sostiene il presidente della commissione perché’ è quella maggioranza che decide le politiche che si fanno in Europa“.

Marine Le Pen
Marine Le Pen

Così Giorgia Meloni ha spiegato i motivi che fanno da base alla necessità di presentare alle elezioni Europee un centrodestra unito, che riesca ad unire i voti dei cittadini, formando un fronte di difficile superamento per la sinistra. Una risposta alle critiche giunte al suo governo da Marine Le Pen, che nella kermesse organizzata da Salvini ha dichiarato che “l’unico politico di destra in Italia che si opporrà al secondo mandato di Von der Leyen è Matteo Salvini“.

Antonio Tajani: “Io non faccio polemiche, gli elettori vogliono armonia nel centrodestra

A rispondere alle accuse di Marie Le Pen anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia. ““Io non ho mai problemi…la maggioranza è solida e quello che accade nelle famiglie europee non ha nulla a che vedere con l’accordo di governo e con il patto sottoscritto con i nostri elettori” ha dichiarato il segretario forzista, rivendicando poi: “Io non farò mai polemiche con un nostro alleato perché i nostri elettori vogliono che ci sia armonia nel centro-destra“.

Antonio Tajani
Antonio Tajani, leader di Forza Italia

Il vicepremier e ministro degli Esteri ha poi chiarito che “è vero siamo in famiglie europee diverse. Noi siamo nel Partito popolare europeo, siamo il partito che esprimerà sia il presidente del parlamento sia il presidente della Commissione europea perché è il Trattato che lo dice. I Capi di Stato e di governo indicheranno in parlamento un rappresentante della forza che ha ottenuto il miglior risultato, tenendo conto del risultato elettorale. Noi sosterremmo il rappresentante Ppe che verrà indicato dal Consiglio della Lega degli Stati di governo in parlamento“.

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