La Cina di Xi Jin Ping ha introdotto alcune linee guida che vietano l’uso di processori statunitensi di AMD e Intel nei computer e nei server governativi. Le nuove regole bloccheranno anche Microsoft Windows e i prodotti di database stranieri in favore dell’introduzione soluzioni nazionali, segnando l’ultima mossa in una guerra commerciale tra i due paesi.
Cina, bloccati chip Intel e AMD
Queste nuove direttive prevedono infatti la graduale eliminazione dei microchip prodotti dalle aziende americane Intel e AMD nei computer in uso nei server e nelle dotazioni informatiche governative, secondo quanto riferisce il Financial Times.
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Le ultime regole rappresentano il passo più significativo compiuto dalla Cina per creare sostituti nazionali alle tecnologie straniere e sono conseguenti alle manovre degli Stati Uniti: Washington infatti ha imposto sanzioni a un numero crescente di aziende cinesi per motivi di sicurezza nazionale: l’elenco comprende 18 processori approvati, inclusi i chip di Huawei e della società statale Phytium, entrambi vietati negli Stati Uniti.
Tale legislazione è volta a incoraggiare la produzione di tecnologia negli Stati Uniti che hanno bloccato le esportazioni di chip avanzati e strumenti correlati verso la Cina. Di pochi giorni fa la notizia dell’allocazione di 20 miliardi di dollari fra prestiti e sovvenzioni all’azienda Intel. I fondi, erano stati stanziati in virtù del cosiddetto Chips & Science Act, sostenuto dallo stesso Biden per incoraggiare e sostenere concretamente la produzione di chip americane.
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