Golden Power e corsa all’idrogeno, Draghi ferma Rosatom alla ricerca del primato

Francesco Serra
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La vicenda della Faber industrie potrebbe descrivere il culmine di una strategia filo-atlantista dell’Italia, con la quale si è palesato il totale dissenso nei confronti della guerra in Ucraina e delle prese di posizione di Mosca rispetto al conflitto

Prima con Alpi Aviation, adesso con il Gigante dell’idrogeno Russo. Il presidente Draghi attiva il Golden Power fermando l’acquisizione da parte del colosso nucleare mediante una sua controllata del 99,41% dell’azienda friulana Faber Industrie Spa.

Azienda italiana con sede a Cividale del Friuli in provincia di Udine, è leader mondiale nella produzione e progettazione di bombole e sistemi per lo stoccaggio di gas ad alta pressione, operante nel settore del biometano e idrogeno, dei gas tecnici, medicali e alimentari, delle miscele antincendio e di aria respirabile.

Secondo l’estratto del DPCM del primo giugno scorso e inviato alle Camere, il Presidente del Consiglio Draghi ha esercitato i poteri speciali di cui al Golden Power procedendo con la notifica del blocco dell’acquisizione della Fafin srl da parte del colosso nucleare russo Rosatom Gas Tech LLC.

Sussidiaria della Faber industrie spa nonché finanziaria controllante era da tempo attenzionata dal Patron di Rosatom, Nikita Davydov, il quale peraltro è anche manager di Umatex, divisione sui materiali compositi di Rosatom State Corporation.

In un’ottica di sviluppo della propria strategia politico-economica, a difesa dei settori strategici nazionali, i quali più di tutti hanno rischiato e rischiano pericolosi trasferimenti, hanno indotto il Presidente del Consiglio, in più di un’occasione, all’attivazione delle norme di Golden Power. Già il 31 maggio scorso aveva esercitato i poteri speciali per evitare l’operazione di acquisizione della ROBOX da parte della “Efort intelligence equipment” società leader nella Robiotica e collegata a filo diretto con la Repubblica popolare cinese.

Medesima storia si è verificata per la Alpi Aviation, la Applied Materials Italia, la LPE, sino alla Syngenta.

La vicenda della Faber industrie potrebbe descrivere il culmine di una strategia assolutamente filo-atlantista dell’Italia, con la quale si è palesato il contrasto, il totale dissenso nei confronti della Guerra in Ucraina e delle prese di posizione di Mosca rispetto al conflitto in essere.

Non a caso la stessa Unione europea ha approvato un piano strategico per eliminare tutti i combustibili fossili russi entro la fine del 2027.

Le politiche di attuazione del Golden Power sono, a ben vedere, il contrasto necessario ai continui tentativi sia della Repubblica popolare cinese ma anche della Russia, di espandere la propria presenza e influenza sull’Italia quale terza economia dell’Eurozona.

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