Il centro studi di Confindustria descrive un Paese annientato dall’inflazione sempre più alta. Di fatto, il taglio dei tassi è rinviato a giugno mentre la crescita dell’Italia subisce un freno.
L’inflazione in Italia
La previsione di Confindustria conferma il triste andamento: ”L’inflazione italiana è rimasta bassa e stabile a febbraio (+0,8% annuo), con i prezzi energetici (-17,3%) che non risentono finora del caro-petrolio e quelli core in frenata (+2,2%). Tuttavia, nella media Eurozona, pur scendendo (+2,6% da +2,8%, con la core al +3,1%), l’inflazione resta sopra la soglia Bce del +2,0%. Inoltre, le attese di inflazione a un anno sono salite (2,4% nell’Eurozona, 2,5% negli Usa). Perciò, a marzo, la Bce ha lasciato i tassi fermi (4,50%) e la Fed è attesa fare altrettanto (5,50%). I mercati hanno spostato in avanti (giugno) l’attesa del primo taglio”.
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Oltre l’inflazione: Pil debole
”Si prospetta un pil debole nel primo trimestre 2024”, si legge nel comunicato di Confindustria. ‘L’economia italiana è sostenuta da inflazione bassa, fiducia delle famiglie in aumento e servizi in crescita, mentre l’industria sembra stabilizzarsi. I fattori negativi sono molteplici: si protrae il freno ai flussi commerciali nel canale di Suez, il petrolio continua a rincarare, il taglio dei tassi è rinviato ancora, il credito alle imprese resta in calo.
Per il centro studi ”se l’anno scorso l’economia italiana è cresciuta dell’1%, un ritmo molto più alto di quelli a cui eravamo abituati nel pre-covid, nonostante la stretta Bce, e grazie anche al Pnrr, le previsioni sul 2024, finora modeste (l’ultimo consensus indicava +0,7% per il pil), non possono che essere più positive, anche perché i tassi sono attesi in calo e il Pnrr in accelerazione“.
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