Caso Orlandi, 41 anni dalla scomparsa, il fratello Pietro: “Non smetteremo di cercare la verità”

Sono passati 41 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il fratello Pietro cerca incessantemente la verità su quanto accaduto

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Pietro Orlandi ha lanciato un sit-in a piazza Cavour, nel centro di Roma, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Emanuela. “Mi sono reso conto che l’inchiesta vaticana sulla scomparsa di Emanuela è una farsa”, ha detto durante la manifestazione. “L’ho detto anche a persone vicine al Papa, capisco che ha mille problemi ma questo non è un problema minore“.

Orlandi: la prima seduta della Commissione

Il 14 marzo, presso la Sala San Macuto, si è tenuta la prima seduta della Commissione bicamerale d’inchiesta sui casi Orlandi e Mirella Gregori. Istituita a seguito di un acceso dibattito nazionale, alimentato anche dalla serie “Vatican Girl”, la Commissione è stata approvata all’unanimità il 23 marzo 2023. La sua partenza è stata però ritardata.

Una commissione imparziale

“Sarà una commissione imparziale”, hanno assicurano fonti di Fratelli d’Italia prima della sua costituzione. “L’obiettivo è ascoltare testimonianze e acquisire documenti per arrivare, se possibile, a una verità che in 40 anni la magistratura non ha trovato”.

Soddisfazione anche da parte dell’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò: “Si va avanti nel percorso di fare luce sul mistero d’Italia per eccellenza”.

Commissione composta da 40 membri

La Commissione è composta da 40 membri, tra cui esponenti di tutti gli schieramenti politici. Tra i nomi noti, Tommaso Foti (FdI), Carlo Calenda (Azione), Enrico Borghi (Italia Viva), Maurizio Gasparri (FI), Alessandra Maiorino (M5S), Simona Malpezzi e Roberto Morassut (Pd).

Il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, titolare di un’inchiesta aperta su ordine di Papa Francesco, si era opposto alla creazione della Commissione, chiedendo di dare più tempo alla Procura vaticana per collaborare con quella romana. Al momento, però, non ci sono nuovi sviluppi significativi, se non alcune indiscrezioni su un dossier della Segreteria di Stato sullo zio paterno di Emanuela, Paolo Meneguzzi.

La Commissione si concentra sulle numerose piste investigative che si sono accumulate negli anni: rapimento, ricatto, coinvolgimento della Banda della Magliana, dello Ior, del terrorista turco Alì Agcà, fino all’ipotesi di una violenza sessuale sostenuta dal giornalista investigativo Pietro Nicotri. Non è escluso che la Commissione avvalga di consulenti e ascolti nuovi testimoni.

Il magistrato romano Giancarlo Capaldo, che ha guidato l’inchiesta dal 2008 al 2012, si è già detto disponibile ad essere ascoltato. Nel 2012, su sua disposizione, fu anche aperta la tomba del boss della Magliana Renatino De Pedis, situato in modo anomalo nella cripta della basilica di Sant’Apollinare, vicino al luogo dove Emanuela è stata vista per l’ultima volta.

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