Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è nuovamente entrato in conflitto con Benjamin Netanyahu, ma sempre con il suo approccio cauto da piede in due scarpe. Preoccupato per il crescente numero di vittime civili a Gaza e consapevole delle possibili conseguenze sulla sua popolarità in vista delle elezioni, Biden ha indicato l’invasione di terra a Rafah come una linea rossa che il Primo Ministro israeliano non dovrebbe superare.
Tuttavia, il rischio di conseguenze in caso di trasgressione sembra essere nullo, poiché Biden ha ribadito il suo impegno nei confronti dell’altra scarpa, Israele, dichiarando: “Non lascerò mai Israele. La difesa di Israele è ancora fondamentale“. Nonostante ciò, Biden è stato chiaro nel sostenere che Netanyahu “sta facendo più male che bene a Israele” con la sua condotta, strizzando l’occhiolino al suo elettorato sempre più arrabbiato a causa dell’appoggio degli Stati Uniti a quello che viene definito come un vero e proprio genocidio della popolazione palestinese.
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Netanyahu continua sulla sua strada
Netanyahu ha risposto alle dichiarazioni di Biden attraverso un’intervista, in cui ha sottolineato che la sua politica riflette il desiderio della stragrande maggioranza degli israeliani. Ha inoltre ribadito l’opposizione a un controllo di Gaza da parte dell’Autorità nazionale palestinese.
Nell’intervista a MSNBC, Biden ha emesso un nuovo avvertimento nei confronti di Israele, ma sembra essere stato poco incisivo, affermando che Israele “non può permettere che altri 30mila palestinesi muoiano come conseguenza della caccia ad Hamas“. Tutto sommato è il minimo che possa fare per placare gli animi degli americani, molti dei quali sostengono fortemente la causa palestinese, e solitamente sono gli stessi a far parte dell’elettorato democratico.
Ultimamente, durante un comizio di Biden in Georgia per le primarie repubblicane, il suo discorso è stato interrotto da un manifestante che ha attribuito al presidente la responsabilità del sangue versato a Gaza ed è stato successivamente allontanato mentre urlava la frase: “Palestina libera!“.
Mentre Biden bacchetta Netanyahu, la guerra continua
Netanyahu rimane il principale bersaglio delle critiche da parte di Biden, che sembra favorevole a un cambio di leadership nel governo israeliano. Tuttavia, l’attuale guerra ostacola un eventuale cambiamento desiderato ormai da molte persone oltre a Biden, come dimostrato dalla recente visita negli Stati Uniti del membro del gabinetto di guerra e leader politico Benny Gantz, che ha incontrato la vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Antony Blinken senza l’autorizzazione del primo ministro.
Nel frattempo, l’operazione militare nella Striscia di Gaza continua, con intensi combattimenti tra miliziani di Hamas e l’esercito israeliano a Khan Younis. Le forze speciali israeliane hanno effettuato incursioni in diverse unità nel quartiere Hamad, trovando armi e catturando due operativi di Hamas. Inoltre, numerosi operativi di Hamas sono stati uccisi durante le operazioni sia a Khan Yunis che nei centri e nel nord della Striscia.
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